“Il 3 febbraio 2022 presso il comune di Casola Valsenio si svolse un incontro tra parti sociali, le istituzioni locali, provinciali e regionali nel quale si affrontò per la prima volta, la necessità di trovare una soluzione di equilibrio sociale affinché sia la questione ambientale che quella lavorativa della cava di Monte Tondo potessero convivere.

In quella giornata venne espresso il desiderio dei lavoratori e delle lavoratrici dello stabilimento e della cava di esprimere il loro punto di vista, perché erano gli unici ad essere rimasti fuori dal dibattito pubblico e posti su un livello meno importante rispetto alle tematiche sollevate dagli ambientalisti e dagli speleologi.

Si fece giustamente riferimento al patto sottoscritto in regione per il lavoro e per il clima e furono date rassicurazioni in tal senso, ossia che le istituzioni avrebbero fatto il possibile per accogliere il nostro “grido sociale” affinché non fossero dimenticate le oltre 100 famiglie che dipendono dalla attività di estrazione.

Oggi si evoca invece la sola candidatura del parco della Vena del Gesso romagnola e dei Gessi bolognesi a patrimonio mondiale dell’UNESCO e ancora una volta i lavoratori hanno dovuto gridare la loro preoccupazione dinanzi la dimenticanza della politica, concentrata sulla candidatura e poco alla ricaduta sociale richiamata dai lavoratori e dalle Organizzazioni Sindacali, con una lettera direttamente indirizzata alla commissaria UNESCO nella quale si fa presente che i documenti presentati per la candidatura hanno totalmente dimenticato ed escluso la cava dal “Dossier sorpresa” dando per scontato che l’attività di estrazione sia a termine.

I dipendenti della St. Gobain hanno ritenuto quindi necessario informare la rappresentante dell’UNESCO della realtà augurandosi che durante il sopralluogo possa verificare di persona, innanzitutto l’esistenza delle attività lavorative e delle persone che le svolgono e per dimostrare che ambiente e lavoro devono e possono coesistere, così come è il proclama delle candidature all’UNESCO che cita nei suoi criteri “(V) “essere un esempio eminente dell’interazione umana con l’ambiente” e che con l’esclusione sociale invece darebbe inizio ad un processo di desertificazione e depressione economica della vallata.

Ancora una volta siamo qui a dare voce e dignità alle richieste dei lavoratori e delle lavoratrici che da tempo chiedono quale sia la scelta assunta dalle istituzioni per salvaguardare il lavoro. Come FENEAL-UIL, FILCA-CISL e FILLEA-CGIL unitariamente non siamo più disposti ad accettare questo silenzio e questa inerzia politica.

Il sindacato chiede ancora una volta cosa le istituzioni stanno facendo realmente per salvaguardare il lavoro!!

Le Istituzioni sono ancora interessate a trovare una soluzione o hanno deciso di chiudere la partita e di conseguenza, le estrazioni?

Oggi i lavoratori e le lavoratrici vogliono difendere quello che è un loro diritto sancito dalla costituzione mentre si trovano sotterrati da un interesse mediatico che colloca in ordine di importanza il lavoro all’ultimo posto.

Le Organizzazioni Sindacali, e la RSU aziendale si impegneranno, non lasciando nulla di intentato, al fine di aprire, nei prossimi giorni, assieme agli Enti Locali, un tavolo di confronto politico che coinvolga tutte le istituzioni a far si che si trovi una soluzione condivisa, mettendo al centro il tema del lavoro.

Una soluzione che tenga in equilibrio lavoro e ambiente senza distruggere l’economia di una intera vallata è possibile. Non abbandoniamo il lavoro e la dignità delle persone.”

FILCA-CISL FILLEA-CGIL FENAL-UIL RSU ST. GOBAIN