“I rifiuti prodotti in ambito domestico e, in piccole quantità, nelle attività fai-da-te, ai sensi dell’articolo 184, comma 1, del d.lgs. 152/2006, possono essere gestiti alla stregua dei rifiuti urbani e pertanto potranno continuare ad essere conferiti presso i centri di raccolta comunali”.
Con la ‘Nota esplicativa sui rifiuti da costruzione e demolizione prodotti da utenze domestiche’, proveniente dal Ministero dell’Ambiente e indirizzata alle Regioni e all’Anci, si mette definitivamente la parola fine alle preoccupazioni sollevate nei giorni scorsi sul tema dai sindaci dell’Unione della Romagna faentina e da molti altri primi cittadini d’Italia.
Riassumendo la vicenda, dopo l’introduzione del Dlgs n. 116/2020 (del 26.9.020) che ridisegnava le regole sullo smaltimento dei rifiuti in attuazione delle direttive dell’Unione europea (Pacchetto economia circolare), era nato il fondato timore che piccole quantità di rifiuti provenienti da demolizione ‘casalinghe’, non potendo essere più smaltite nelle isole ecologiche ma nelle discariche autorizzate, spesso lontane decine di chilometri, sarebbero potuti finire abbandonati nel territorio, ai margini dei campi o nei canali di scolo. Da qui la preoccupazione dei sindaci che, temendo possibili abbandoni di ‘inerti’ derivanti da micro-attività domestiche, difficilmente inquadrabili nella normativa, avevano chiesto una proroga per avviare una riflessione sul tema.
Nei giorni scorsi la nota del Ministero all’ambiente ha esplicitamente deciso che “Sebbene la definizione (nel Dlgs n. 116/2020 del 26.9.020) di ‹‹rifiuti da costruzione e demolizione›› si riferisca a rifiuti risultanti da attività di costruzione e demolizione in senso generale, questa comprende anche i rifiuti derivanti da attività secondarie di costruzione e demolizione fai-da-te effettuate nell’ambito del nucleo familiare. […] il legislatore europeo […] ne ammette la gestione nell’ambito del servizio pubblico, se prodotto dal nucleo familiare. Resta ferma la disciplina dei rifiuti speciali prodotti da attività di impresa di costruzione e demolizione nei casi di intervento in ambito domestico di imprese artigianali […]”. Fatte le opportune deduzioni i rifiuti provenienti da demolizioni ‘fatte in casa’ possono dunque continuare ad essere smaltite nelle isole ecologiche del territorio.
Anche la consigliera regionale Manuela Rontini, il 25 gennaio, aveva presentato una interrogazione in Regione. “Un chiarimento -ha sottolineato la consigliera Rontini- che scioglie molti dubbi e timori. La Regione Emilia-Romagna aveva immediatamente sollevato la questione e, visti i tempi stretti, aveva provato a tamponare la situazione in attesa che a livello nazionale si rivedesse una prescrizione così rigida. Sono quindi soddisfatta che la nota ministeriale abbia chiarito la materia”.