Il Reparto Carabinieri per la Biodiversità di Punta Marina – Ravenna ha confermato la presenza del lupo nella Riserva naturale dello Stato “Pineta di Ravenna”. Il monitoraggio ambientale dei Carabinieri per la Biodiversità documenta per la prima volta con certezza la presenza della specie nelle pinete demaniali a ridosso delle spiagge ravennati.
Era da qualche tempo che la notizia era attesa, quasi aleggiava tra gli addetti ai lavori. Ora esiste la prova fotografica, confermata indipendentemente da diversi esperti di livello nazionale, della presenza del lupo nelle pinete di Luigi Rava.
La recente segnalazione è da mettere in relazione con il rapido ampliamento dell’areale di diffusione di questa specie negli ultimi anni su tutto il territorio nazionale, legato all’abbandono da parte dell’uomo di ampie zone collinari e montuose della penisola, con conseguente incremento di superficie delle aree boscate, all’aumento delle prede disponibili (daini, cinghiali, caprioli) ed alla facilità di accedere a fonti alimentari alternative ma sempre correlate alla presenza umana con le sue attività: facile reperibilità di rifiuti alimentari, introduzione di specie alloctone come la nutria, diffusa disponibilità di prede come fagiani e/o lepri.
Le pinete litoranee non hanno certo la superficie per ospitare stabilmente un branco di questo predatore terminale ma svolgono egregiamente il ruolo ecologico di corridoi per la fauna, facilitandone la diffusione in un territorio altrimenti del tutto antropizzato. Negli scorsi e recenti anni, specie come lo scoiattolo rosso e l’istrice si sono rapidamente diffuse lungo questi ambienti in aree mai occupate precedentemente.
Aree boscate di maggiore estensione, ricche in prede ed in nascondigli, sono ponti di passaggio con il vicino appennino faentino e cesenate.
Per un lupo in cerca di nuove esperienze, un attimo. Una distanza che si copre in una notte.
Qui sta tutta la meraviglia per questa specie, capace di sopravvivere a secoli di persecuzione ed in grado di approfittare delle disponibilità alimentari che l’uomo gli mette involontariamente a disposizione, di avvantaggiarsi dello scarso interesse di molti per gli ambienti naturali che ora vengono lasciati disponibili per chi riesce, invece, ad occuparli.
Se la presenza della specie è stata rilevata e documentata, l’esemplare fotografato non rappresenta certamente il primo caso di lupo in visita ai nostri litorali, e sicuramente non sarà l’ultimo.
Certamente questo primo lupo farà parlare di sé: chi lo attendeva, chi se lo aspettava, chi sognerà di incontrarlo, intravederlo, appena di sfuggita, durante una passeggiata tranquilla tra le nebbie del mattino.
Poi ci saranno quanti vivranno questa nuova presenza con preoccupazione, la percepiranno come un’intrusione nel proprio quotidiano. Con un brivido attribuiranno il loro timore alla presenza del predatore. In realtà ciò che accompagna molti è la paura dell’ignoto, di qualcosa di nuovo e di non conosciuto.
Per i Carabinieri Biodiversità non sorgerà nessun problema, i timori iniziali verranno superati grazie alla riservatezza della specie.
Il nostro visitatore montanaro, divenuto “Lupo di mare”, ignaro di questa interiorità tutta umana, seguiterà ad accompagnarci con timida discrezione.
Più concretamente, dovrà seguitare a diffidare per esperienza atavica dei bocconi avvelenati sparsi qua e là in suo onore e dovrà cercare come sempre di sfuggire al rischio di essere investito dal traffico veicolare che quotidianamente percorre uno dei territori costieri più transitati del nostro paese, se non altro per la conformazione pianeggiante.
Ci sarà chi resterà incredulo della segnalazione, e questo conforta, per rendere ancor più misteriosa la presenza del nostro lupo a ridosso delle spiagge affollate, come del resto è avvenuto recentemente in altri territori costieri, in Toscana ed in Puglia.
La decisione di diffondere questa notizia, certamente non di tutti i giorni, è stata valutata – assieme agli esperti – per dare il benvenuto a questo nuovo compagno, affinché prevalga l’accettazione dell’evento come naturale conseguenza delle modificazioni ambientali e socio-economiche del territorio, piuttosto che l’avversione – del tutto fuori dal tempo e da ogni logica – verso una specie che da sempre convive “alla pari” (e forse sta proprio qui il problema) con tutti noi.
Ci saranno quindi, negli anni a venire, ulteriori segnalazioni.
Inevitabilmente potranno esserci investimenti ed avvelenamenti, invece che foto. Questo non scoraggerà le visite periodiche di qualche lupo dalla vocazione balneare.
I Carabinieri per la Biodiversità si aspettano segnalazioni riservate di privati cittadini, una collaborazione finalizzata a capire gli spostamenti e la diffusione di questa nuova presenza. Potranno essere conferiti reperti organici (escrementi, peli) affinché possano essere analizzati a livello di DNA per verificare se si tratta veramente di lupi appenninici o se si tratta di esemplari ibridati con cani domestici.
La perdita dell’identità genetica è in effetti la sfida principale che il lupo si trova a dover affrontare nel terzo millennio; dopo esser rimasto relegato per secoli sulle montagne ora corre i rischi della globalizzazione.
La Romagna, terra di sanguigne tradizioni e dall’accoglienza spontanea ma riservata, saprà accogliere con il cuore anche questo redivivo Passatore.