Domenica 6 ottobre ci sarà una protesta degli studenti internazionali organizzata dall’associazione Tôchi bellezza, il cui fondatore ha avviato l’occupazione per la Palestina dell’edificio di Ingegneria dell’Università di Bologna a Ravenna lo scorso maggio, in merito al declino dei diritti umani in Italia (a causa delle nuove regole del DDL) e al sostegno europeo a Israele nell’escalation del conflitto in Palestina e Libano. La protesta sostiene anche la manifestazione nazionale per la Palestina che si terrà il giorno prima a Roma. La presidente, una studentessa internazionale magistrale a Ravenna, ha fondato il gruppo RavennaStudents4Palestine lo scorso febbraio. La protesta è stata approvata dalla polizia e si svolgerà alle ore 11:00 davanti al Mercato Coperto, in Piazza Andrea Costa.
“Vogliamo un cessate il fuoco, vogliamo poter protestare e chiediamo che l’UE smetta di assistere Israele nel bombardare i paesi da cui proveniamo, aumentando il rischio di una guerra mondiale” dichiara l’associazione.
“Con l’escalation dell’offensiva israeliana in Palestina e Libano, le preoccupazioni per i diritti umani e gli ideali di democrazia stanno rapidamente svanendo nelle nazioni occidentali, dove leggi più severe stanno limitando il diritto di protestare pacificamente. L’Europa deve rispettare i suoi obblighi legali internazionali per prevenire i genocidi, ma le azioni dell’Unione Europea sembrano indicare una posizione diversa. L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha votato a grande maggioranza per la fine dell’occupazione israeliana e il ritorno ai confini del 1967. Inoltre, la Corte Penale Internazionale ha presentato prove di genocidio contro il popolo palestinese. Perché, dunque, l’Italia continua ad armare Israele? E perché sembra che la perdita di vite innocenti in Palestina e Libano venga ignorata?
Come migranti, difendiamo i nostri diritti e sosteniamo il diritto dei migranti arabi a farsi valere. Se l’Italia desidera ridurre il flusso di migranti—molti dei quali attualmente non ricevono il trattamento adeguato—dovrebbe cessare il proprio coinvolgimento nei conflitti esteri e destinare le risorse al miglioramento delle condizioni dei migranti già presenti nel Paese. Ci opponiamo ai rischi crescenti per i cittadini europei che sono una diretta conseguenza dell’attuale offensiva israeliana”.