La Giunta del Comune di Ravenna, ha approvato definitivamente un progetto risalente all’anno 2008, avente ad oggetto l’edificazione di un’area di circa 90 mila metri quadrati di superficie, in località Porto Fuori, su Via Bonifica.
Rimaniamo basiti nel constatare come i principi generali che stanno alla base del progetto, appaiano ormai superati dalla nuova e diffusa sensibilità ai temi ambientali; sensibilità che viene addirittura negativamente rappresentata come, sentite bene, un degenere pregiudizio conservativo, definito “paesaggismo” che insiste a mantenere le figure di un territorio anche quando le strutture che le generavano non esistono più.
Come è possibile che venga approvato un progetto che va dichiaratamente in direzione opposta alla Legge Regionale n. 24 del 21 Dicembre 2017, che pone come obiettivo imprescindibile il principio della tutela e l’uso del territorio, da realizzarsi attraverso la rigenerazione dei territori urbanizzati; altresì viene espressamente indicato l’obbiettivo della tutela e valorizzazione dei terreni agricoli e relative capacità produttive agroalimentari, salvaguardando le diverse vocazioni tipiche che li connotano.
I vertici dell’Amministrazione dovrebbero rendersi conto che tali obiettivi non vanno considerati come meri impegni programmatici ma costituiscono il recepimento a livello normativo della oramai diffusa e consolidata sensibilità dei cittadini ai temi ambientali.
La cittadinanza interessata alla lottizzazione di cui stiamo parlando, ha inequivocabilmente espresso il suo rifiuto alla realizzazione della stessa in sede di Consiglio Territoriale “Darsena”, organo preposto per “promuovere la partecipazione e consultazione dei cittadini alla gestione della cosa pubblica mediante l’esercizio di funzioni consultive e propositive”.
Questo progetto non è che l’ennesimo caso in cui l’Amministrazione Comunale in spregio ai principi, anche normativi appena citati e in spregio alle opposizioni della cittadinanza, intraprende iniziative immobiliari che stravolgeranno l’aspetto del nostro territorio.
Ci si chiede a questo punto se l’attuale amministrazione abbia capito che la sua funzione naturale, sia quella di rappresentare la comunità e il territorio e non quella di assecondare altri interessi. L’attuale Sindaco, giocando in trasferta quale ospite gradito ma pur sempre temporaneo non dovrebbe nemmeno pensare di snaturare il nostro territorio che in fondo non conosce.
Sembra invece che attorno a lui si sia chiuso un cerchio magico che blocchi le istanze della comunità, e lo induce a consumare suolo, movimentare terra, sbancare campi, allestire cantieri, in città, nei lidi, nel forese, il tutto ad un … ritmo incessante e senza il permesso dei “padroni di casa”.
Rispetto alla penale che obbligherebbe il comune alla realizzazione del progetto di Porto Fuori ci si chiede a quanto ammonti e se questa sia davvero così alta da rendere conveniente il sacrificio definitivo di ampie parti del territorio; inoltre la penale prevista da un accordo dell’anno 2008 ha ancora senso ed efficacia dopo l’entrata in vigore della normativa prima citata?
Davvero questa Amministrazione, una volta concluso il suo percorso ci vorrà lasciare in eredità la sgradita cementificazione di ampie parti del suo territorio, contro la volontà delle rispettive comunità e della cittadinanza?
Stiamo ancora cercando di capire cosa farcene di quelle che dovevano essere opere grandiose quali Marinara e degli ecomostri della zona di Via Don Carlo Sala.