“La guardia giurata finita nel fosso nella notte tra domenica e lunedì, all’altezza di via Trova da San Bartolo nel ravennate , direzione Forlì, e ricoverato all’ospedale Bufalini di Cesena con codice di massima gravità, stava prestando un turno di servizio notturno di 9 ore che il titolare dell’Istituto di vigilanza, l’Ibs, gli aveva assegnato nonostante il lavoratore dovesse rispettare 7 ore. Segnaliamo la doppia gravità di questa situazione, accentuata dal fatto che come sindacato abbiamo proclamato lo stato di agitazione in Ibs Vigilanza di Ravenna proprio a causa delle tante irregolarità da noi registrate in azienda e puntualmente contestate. Più volte abbiamo ripetuto che ai lavoratori vengono assegnate mansioni al di là delle prescrizioni da contratto e di questo abbiamo messo al corrente anche il prefetto che, nonostante i nostri solleciti, tarda ancora a convocare l’apposito tavolo di verifica”.
A dirlo in una nota è Filippo Lo Giudice, segretario regionale Emilia-Romagna Ugl Sicurezza Civile, il sindacato più rappresentativo delle Guardie Giurate.
“Per i carichi di lavoro eccessivi, le mancate ferie e l’annullamento dei turni di riposo abbiamo già segnalato l’operato dell’Ibs di Ravenna, oltre che alla prefettura, anche alla Questura ed alla Commissione di garanzia, l’ Authoritynazionale che deve vigilare sull’ attuazione della legge sullo sciopero ed i servizi pubblici essenziali. Abbiamo segnalato il problema in tempo utile ormai due mesi fa e non vorremmo che a causa di questo stato di cose si mettesse a repentaglio , oltre che la salute e l’integrità psicologica dei lavoratori, anche l’incolumità del personale. Per questo richiamiamo ai loro doveri gli organismi che devono vigilare sull’attuazione dei contratti e possiamo anticipare già che la pratica, visto l’evolversi della situazione, sarà trasferita anche ai nostri uffici legali. Con la vita dei lavoratori non si scherza”:
conclude il segretario regionale Ugl Sicurezza Civile dell’Emilia-Romagna, Filippo Lo Giudice, che coglie l’occasione per augurare al lavoratore vittima dell’infortunio sul lavoro una “pronta guarigione”.