“What if…?” Cosa succederebbe se? È la domanda cuore del programma gratuito di divulgazione scientifica del Gruppo Hera dedicato alle scuole superiori per l’edizione 2021-22. E chi può rispondere meglio a questa domanda di donne e uomini che devono imparare a vivere per lunghi mesi in equilibrio con un contesto veramente estremo per raccontare in diretta a circa 2000 giovani studenti l’importanza di fare ricerca ai confini del mondo? Altopiano antartico, 3.233 metri sul livello del mare. Temperatura minima mai registrata: -84,7. Qui, nel più inospitale degli habitat, si trova la stazione italo-francese Concordia, in cui al momento risiedono 13 persone.
Lo scorso anno, per la prima volta, già 1400 studenti avevano avuto questa opportunità, così preziosa e di successo che la multiutility, in collaborazione con il progetto NET di Scienza Insieme e PNRA, ha deciso organizzare due collegamenti per l’edizione 2021-22, anche per andare incontro alle sempre maggiori richieste dei docenti.
Complessivamente sono stati due gli istituti superiori della provincia di Ravenna che hanno partecipato: 6 classi dell’ITIS N. Baldini di Ravenna e 6 dell’ITIP Bucci di Faenza, pari a oltre 320 studenti.
I temi dei due incontri del 4 e 11 maggio
I due incontri, che si sono tenuti il 4 e 11 maggio, sono organizzati nell’ambito di “Un pozzo di scienza”,l’iniziativa di divulgazione scientifica per gli studenti delle scuole superiori messa gratuitamente a disposizione dal Gruppo Hera per approfondire le tematiche più attuali. Anche quest’anno gli appuntamenti – coordinati da Marco Gisotti, giornalista esperto di comunicazione ambientale – sono stati possibili grazie alla collaborazione tra il Gruppo Hera, il progetto NET di Scienza Insieme e PNRA.
Il primo incontro del 4 maggio dal titolo “Legati a doppio filo” è stato dedicato agli oceani. Nonostante le distanze, infatti, l’Antartide non è indifferente agli effetti dell’inquinamento, prodotto da noi e arrivato in queste lande desolate, portato da venti e correnti, e da tempo il mondo della scienza guarda con preoccupazione al progressivo decremento dei ghiacciai che può modificare anche di metri il livello degli oceani, mettendo a rischio isole e città costiere in tutto il mondo. L’incontro tra gli studenti e i ricercatori – tra cui glaciologi, fisici dell’atmosfera, astrofisici, esperti in ICT -, è stata un’occasione per ragionare insieme sull’importanza delle nostre azioni e sulle conseguenze che queste possono provocare anche su territori così lontani da noi e con effetti su tutto il Pianeta.
Ma non è finita qui: al termine dell’incontro i ricercatori hanno dato la possibilità agli studenti di dare sfogo a molte curiosità, relative soprattutto alla vita quotidiana degli studiosi: Quali sono le motivazioni che spingono una persona ad intraprendere un’esperienza così estrema? Quali sono le opportunità e i limiti nel vivere in un posto come questo?E più nel quotidiano: come si gestiscono le risorse e quanto sono importanti per la sopravvivenza di chi ci vive e il rispetto del luogo? Domande che possono sembrare scontate ma anche fondamentali. Quello dei ricercatori con questo ambiente, per la loro sopravvivenza, è un rapporto fatto di rispetto e massima attenzione. Temi di assoluta rilevanza, specie in un momento storico di grande cambiamento come quello che stiamo vivendo, in cui il mondo si rivela d’un tratto così piccolo, interconnesso e fragile e proprio per questo il valore della scienza acquisisce una maggiore, determinante importanza che va diffusa alle giovani generazioni. Proprio questo focus è stato al centro del secondo appuntamento dei ricercatori con gli studenti delle scuole superiori, programmato perl’11 maggio. Le ricerche in Antartide e le evidenze scientifiche riscontrate anche sul clima della Terra fino a milioni di anni fa, infatti, sono fondamentali come segnali per capire e affrontare presente e futuro del nostro Pianeta. Durante l’appuntamento sono stati proprio gli studenti a potere interrogare gli studiosi sulle scoperte più recenti. Anche questo incontro, inoltre, è stata un’occasione per approfondire la vita in questo luogo magico e estremo, come esempio di stile di vita sostenibile. Simile a una nave spaziale, e quindi un ecosistema vero e proprio in cui le risorse devono essere gestite in modo intelligente, in un’ottica di economia circolare.
Il progetto
L’iniziativa si inserisce all’interno delle attività dedicate alle scuole del progetto NET 2022 per la Notte europea dei ricercatori, promosso dalla Commissione Europea per incoraggiare eventi di divulgazione scientifica con l’obiettivo di avvicinare i cittadini, e in particolare i ragazzi, al mondo della ricerca. Il progetto NET, coordinato dal CNR vede la partecipazione di un ampio partenariato che coinvolge alcuni tra i più importanti enti pubblici di ricerca (oltre al CNR, ENEA, ISPRA, INGV, INAF, INFN il CINECA e alcune università italiane: Sapienza Università di Roma, Università della Tuscia di Viterbo, Università di Roma 2 Tor Vergata, Università telematica internazionale Uninettuno).
Le spedizioni italiane in Antartide sono organizzate proprio dal PNRA, il Programma Nazionale di Ricerche in Antartide, grazie ai finanziamenti del Ministero della Università e della Ricerca. Gli enti attuatori del PNRA sono il CNR, Consiglio Nazionale delle Ricerche, che con il Dipartimento di Scienze del Sistema Terra e Tecnologie per l’Ambiente, CNR-DSSTTA, coordina le attività scientifiche, e l’ENEA, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, che con l’Unità Tecnica Antartide è incaricata dell’attuazione operativa delle spedizioni.