Continua il dibattito in città attorno alla politica di urbanizzazione del territorio che dovrà seguire la nuova amministrazione alla guida di Faenza. Anche Italia Viva, in maggioranza a sostegno della giunta del sindaco Massimo Isola, ha voluto esprimere il proprio parere, sostenendo una politica oculata di nuove edificazioni:
“Giuste le preoccupazioni di Faenza Coraggiosa in chiave ambientale. Il consumo del suolo va tutelato, ed il futuro guarda all’ambiente ed alla sostenibilità come punto di partenza, soprattutto per questa amministrazione” afferma Alessio Grillini, capogruppo di Italia Viva in consiglio comunale.
“Corretto anche rimarcare come per ogni opera, già pianificata in passato, debba esserci una giusta compensazione come da delibere approvate. Faenza però non ha bisogno di chiudersi a riccio a priori. C’è bisogno di mettere a terra tutto il possibile per fare crescere il territorio, senza preconcetti” sottolinea il consigliere comunale.
“Non sempre è possibile pensare che tutti vogliano o siano in grado di proiettarsi nelle ambizioni di una rigenerazione urbana incondizionata. Questo rischia di sfalsare i valori di mercato, a discapito proprio dei cittadini stessi, e rischia di continuare ad offrire una situazione antitetica, facendo un semplice confronto con quella dei territori limitrofi”.
Grillini sottolinea che “Ad oggi l’offerta edilizia a Faenza è pressoché inesistente, e questo crea una netta spaccatura con la richiesta che rimane alta e con una platea di persone che esprime esigenze tra loro molto diverse.
La priorità è l’ambiente, gli obbiettivi sono chiari, e concordi. Ma la posizione di Italia Viva è da sempre riformista, e quindi anche per lo sviluppo, che deve essere attento, ponderato, certo, ma dove e quando serve, anche efficace e proficuo”.
Secondo Grillini “Cementificare non può essere un obbiettivo, ma Faenza non può pensare allo stesso tempo di rimanere chiusa su sé stessa in eterno. Non escludiamolo a priori.
Vogliamo pensare ad un nuovo modo di affrontare il futuro, ma non possiamo pensare di non incontrare le esigenze della popolazione, ove sia necessario per dare un plus alla città, per creare nuove opportunità e forme di attrattività.
La rigenerazione urbana deve diventare un progetto attrattivo, che però si integra con altre esigenze, che il mercato ad oggi non sta coprendo. Questo è evidente e va detto”.