Ragazzi del territorio ravennate di cui andar fieri, simbolo di una nuova generazione di ragazze e ragazzi che vogliono costruire con le proprie forze quello che sarà il loro futuro. In Italia? All’estero? Poco importa: questi studenti fanno parte di una società liquida, i cui confini non sono altro che le autostrade che li traghettano da un Paese all’altro anche nell’arco di pochi giorni, perché questi giovani sanno essere cittadini italiani, ma anche cittadini del mondo, con passaporto sempre pronto alla mano e tanta voglia di affermare se stessi e i propri talenti.
Fanno parte di questa nuova generazione gli 8 studenti partiti quest’anno da Ravenna per trascorrere un periodo di studio e di vita all’estero con Intercultura. Un’esperienza che può durare dalle poche settimane estive all’intero anno scolastico ma che, in ogni caso, grazie anche al ruolo formativo dei volontari di intercultura che accompagnano passo passo in ogni fase del percorso questi studenti, aiuta a sviluppare le competenze necessarie per poter avere una marcia in più nella vita lavorativa come in quella personale.
Lo sa bene Matilda M., 17enne dell’Istituto Scolastico Polo Tecnico Professionale di Lugo che si trova attualmente in Germania per un anno grazie a una borsa di studio di Intercultura. “Arrivi a un punto della tua vita nel quale ti rendi conto che nulla sarà più lo stesso e ti rendi conto che nulla sarà più come prima, che d’ora in poi sarà tutto diviso in due parti, prima e dopo. Per me quel momento è stato quando mi sono iscritta al concorso di Intercultura!” Spiega Matilda “Ma L’esperienza vera è iniziata poi una volta arrivati in Germania, quando all’aeroporto ci aspettavano i volontari di Experiment, l’associazione partner di Intercultura, con i quali abbiamo passato i primi 5 fantastici giorni, per un seminario di inizio esperienza, nel quale ci hanno introdotto alla vita tedesca. E’ incredibile come in così poco tempo siano nati legami così veri e profondi, ragazzi provenienti da tutto il mondo, Brasile, Nuova Zelanda, Italia, Irlanda, Estonia, Danimarca, con una lingua, una cultura e modi di fare diversi, che non sanno nulla l’uno dell’altro, con tanta voglia di scoprirsi, con le proprie paure e le proprie insicurezze, le proprie aspirazioni e aspettative, ragazzi che in pochi giorni si sono raccontati tanto, si sono sostenuti a vicenda, che han condiviso tante lacrime e tanti sorrisi, come se fosse destino, un caso, che ha portato a farli incontrare”. Ai tanti ragazzi in concorso, consiglia: “partite, partite per 3, 6, 10 mesi, partite, partite perché essere uno studente impegnato nel programma di scambio all’estero significa dividere il tuo cuore in tanti piccoli pezzi, lasciare che vengano portati in ogni angolo del mondo e sapere che un giorno ci ritroveremo di nuovo tutti.”
Della stessa opinione è Daniele V., 16enne dell’Istituto Scolastico Torricelli – Ballardini di Faenza che si trova attualmente in Nuova Zelanda per un anno grazie a una borsa di studio di Intercultura. “Una delle sensazioni più forti l’ho provata durante un viaggio nell’Isola del Sud (la NZ è composta da due grandi isole, l’Isola del Nord e quella del Sud).” Spiega Daniele “Ero con moltissimi studenti di Intercultura da tutto il mondo e durante una notte limpida sono rimasto incantato e ammaliato dal cielo. Che emozione vedere tante nuove costellazioni e la famosa Croce del Sud! Ma la parte più bella è quando mi sono accorto di una fascia argentata che attraversava il cielo, attorniata da migliaia di stelle…la Via Lattea. Da ciò, ho capito ancor di più di essere letteralmente dall’altra parte del mondo.” Daniele continua il racconto senza sosta per non dimenticare tutti i momenti più belli della sua esperienza, come quando: “Una delle sensazioni più forti che io abbia mai provato è stata durante la prima volta che ho visto eseguire l’Haka della mia scuola (ogni scuola ne ha una propria) prima dell’inizio di una partita di rugby della mia scuola. Ero decisamente affascinato, con la pelle d’oca che correva dai piedi alla punta di capelli. Giocatori che urlano, fanno linguacce (altro segno tipico dell’antica cultura Maori) e sbattono mani sulle cosce e sul petto più forte che possono in segno di maggior forza rispetto alla squadra avversaria. Che sensazione da urlo!. Per i Kiwi (così vengono chiamati coloro che sono nati in NZ) lo sport è fondamentale: si praticano tutti i tipi di sport, da quelli più conosciuti come il rugby (lo sport nazionale, molto sentito da tutti), il calcio e il basket ad altri meno famosi come il cricket, equitazione, tiro a segno, netball, etc…Sono convinto che il principale punto di incontro, dopo la scuola, sia il campo sportivo. Non so come descrivere l’emozione di essere stato subito inserito nella squadra di calcio della scuola e vedere una folla di ragazzi attorno al campo a tifare per me e la mia nuova squadra. Questo è ciò che si può definire tifo per la propria squadra del cuore.”
Matilda e Daniele dimostrano, nel loro racconto, di essere nel pieno processo dello sviluppo della competenza interculturale, la capacità di comunicare e comportarsi in modo efficace e appropriato quando si interagisce con una persona o un gruppo di persone che si percepisce aventi background culturali diversi. Questa capacità si basa su alcune attitudini (ad es., curiosità, rispetto, apertura mentale), conoscenze (ad es., autoconsapevolezza culturale, conoscenze storiche, religiose, politiche, linguistiche, etc.) e abilità (come il pensiero critico). Questi tre componenti mobilitati e orchestrati assieme determinano lo sviluppo di effetti interiori come lo sviluppo di flessibilità, capacità di adattamento, visione etnorelativa ed empatia, ed effetti esteriori ovverosia il comunicare e comportarsi in modo appropriato durante un’interazione interculturale.
“Ricordo la prima volta che ho visto Matilda e Daniele durante l’incontro di selezioni: erano determinati a partire e in loro si scorgeva il germe dell’interculturalità che sta maturando ora che sono all’estero e che li tramuterò in una donna e un uomo e in una cittadina e cittadino consapevoli”, spiega Giulia Zanzi Presidentessa del Centro locale di Intercultura di Ravenna.
Con un occhio sempre vigile sui social per vedere il prosieguo dell’esperienza all’estero dei propri studenti, ora affidati nelle mani esperte dei volontari del Paese che li sta ospitando, i volontari di Ravenna in queste settimane sono alle prese con il processo di selezione dei nuovi candidati in concorso per individuare la prossima tornata di globetrotter di cui la città potrà nuovamente essere orgogliosa.