“Le alluvioni di Maggio 2023 ci hanno portato a fare una serie di riflessioni sul nostro territorio, non vogliamo che rimangano un mero ricordo spiacevole, vogliamo trasformare questi eventi così traumatici in uno slancio per permetterci di riflettere seriamente sul territorio che abitiamo per preservarlo e valorizzarlo.
Premesso che viviamo in una pianura alluvionale, che si è formata proprio in seguito ad alluvioni che hanno via via stratificato il suolo che oggi calpestiamo; viviamo in un’epoca in cui il cambiamento climatico è già ampiamente in atto e le alluvioni di maggio 2023 ne sono una dimostrazione: l’”evento eccezionale” si è verificato 2 volte nell’arco di 2 settimane; Concentrazioni di piogge consistenti, assieme a periodi di forte siccità, saranno sempre più frequenti. Ovviamente questi eventi produrranno danni, in particolare in territori naturalmente fragili ed antropizzati, ovvero territori ampiamente cementificati. Riteniamo che non si possa più costruire come prima, ignorando le fragilità del nostro territorio e mettendo a rischio le persone. Le alluvioni di maggio dovrebbero lasciarci in eredità un po’ più di consapevolezza nella gestione del nostro territorio.
Sosteniamo la proposta avanzata da Legambiente lo scorso 30 novembre rivolta in primo luogo agli amministratori pubblici e poi a tutti i soggetti privati coinvolti, oltre che alla cittadinanza: <<fermiamoci un attimo, facciamo una moratoria su tutti questi progetti, prima venga discusso e approvato il famoso Piano Urbanistico Generale (PUG) e poi alla luce di quelle indicazioni si discuta del resto>>. In quanto organizzazione politica giovanile vogliamo metterci a disposizione per creare occasioni di riflessione e discussione su questo tema così cruciale e fornire così utili spunti alle istituzioni del nostro territorio.
Istanze che abbiamo più volte portato all’attenzione dell’amministrazione comunale e per questo accogliamo con soddisfazione le recenti posizioni in merito alla mancata sicurezza di determinate aree.
Appoggiamo la posizione di Legambiente e Faenza eco-logica che trattano questo tema da diverso tempo, nello specifico riteniamo essenziale:
● Riflettere sulle concessioni date su terreni alluvionati e non concedere nuovi permessi di costruzione in alcune aree che si sono dimostrate a rischio di possibili allagamenti per fenomeni estremi. L’evento che come collettività abbiamo vissuto 10 mesi fa deve essere una opportunità per creare e sviluppare un nuovo disegno generale della città che tenga conto dei cambiamenti necessari per far fronte a possibili altre emergenze. Per questo, anche a fronte delle modifiche proposte al progetto relativo all’area di via Firenze (di fronte alla villa Ghilana), non ritieniamo opportuno procedere in quanto nessuno può garantire una reale e duratura sicurezza. Gli eventi estremi saranno infatti sempre più intensi e imprevedibili nei prossimi decenni (come ci dicono i recenti report IPCC).
A ciò si aggiunge un tema di sicurezza anche per la abitazioni limitrofe già esistenti: L’innalzamento del piano di campagna inoltre aumenterà il rischio di inondazione per le strade e le case limitrofe (tra cui la Villa della Ghilana che resterebbe più bassa, in quanto vincolata dalla Soprintendenza), dove si riverseranno, in caso di alluvione, migliaia di tonnellate di acqua non più assorbite dall’orto della Ghilana, che fungeva come naturale cassa di laminazione. Riteniamo fondamentale mettere in sicurezza le case esistenti costruite in passato in zone a rischio, non aumentare le abitazioni esposte a potenziali pericoli.
● Che i danni derivanti da mancate costruzioni debbano ricadere tra i ristori che il Governo Meloni ha garantito al 100%. Non va dimenticato che vi sono cittadini che dall’alluvione hanno già perso molto, per non dire tutto. Costruire in maniera miope, ignorando i potenziali danni che si abbatterebbero sui cittadini residenti della zona laddove si verificasse nuovamente un evento estremo porterebbe ad ulteriori spese di ricostruzione. Spese che si potrebbero evitare destinando le aree a rischio ad altri usi.
Sosteniamo l’auspicio del Circolo Legambiente Lamone, affinché l’istruttoria in corso per la definizione del nuovo Piano Urbanistico Generale possa essere l’occasione per cancellare la possibilità di nuovi permessi di costruzione in alcune aree che si sono dimostrate a rischio di possibili allagamenti per fenomeni estremi; riconvertire ad aree verdi o agricole terreni che i vecchi strumenti urbanistici avevano previsto come edificabili; oltre che svolgere un censimento accurato sugli alloggi inutilizzati, sia nuovi che esistenti, per potere avviare ove possibile progetti di rigenerazione urbana.”