Nelle ultime settimane abbiamo seguito con attenzione la questione del rientro a scuola nella nostra provincia. Come Giovani Comunisti, sezione giovanile del Partito della Rifondazione Comunista, abbiamo aderito al movimento Priorità Alla Scuola, condividendo la volontà di abbandonare e non rendere strutturale la didattica a distanza, permettendo agli studenti e alle studentesse di riprendere le lezioni in presenza. Una richiesta che abbiamo avanzato considerando sempre la questione salute: il rientro in presenza non può e non deve provocare problematiche per le famiglie di chiunque viva il mondo scolastico. Per comprendere al meglio le dinamiche di questo rientro, ci siamo confrontati con alcuni studenti, ascoltando le loro opinioni e le problematiche da loro sentite.

Prima di tutto, come già ampiamente discusso sulla stampa e anche dal nostro partito in precedenza, si rilevano ancora bus sovraffollati, in cui non è possibile evitare assembramenti. Infatti, l’aumento dei mezzi comunicato dal Sindaco non sembra essere bastato su alcune linee, sia urbane che extraurbane. Un disagio che apprendiamo essere stato segnalato anche dai rappresentanti dell’Unione Istituti di Ravenna.

Inoltre, gli studenti ci hanno comunicato una diversa gestione del rientro: mentre il Liceo Classico Dante Alighieri è rientrato al 50% degli studenti per ogni classe, l’ITIS Nullo Baldini è rientrato al 50% delle classi. La scelta dell’ITIS comporta che ogni classe in presenza sia al completo, rendendo così difficile mantenere le distanze di sicurezza previste anche a causa dell’elevato numero di studenti per classe. Ci sorprende che, nonostante l’esperienza del 2020 e la conoscenza che la pandemia ci avrebbe accompagnato nel 2021, sia mancato un coordinamento tra gli istituti, che avrebbe permesso di trovare e mettere in pratica la migliore soluzione possibile nel rientro, garantendo un eguale livello di sicurezza in tutte le nostre scuole.

Il problema dell’alto numero di studenti per classe (che richiama il problema delle classi pollaio da sempre manifestato da Rifondazione) evidenzia anche il problema dell’edilizia scolastica: la contagiosità del Coronavirus richiede la ventilazione delle aule che, in mancanza di interventi sui plessi, si effettua aprendo le finestre e abbassando notevolmente le temperature nelle aule. Siamo consapevoli che i problemi di edilizia sono risolvibili attraverso le risorse stanziate nel bilancio dello stato. Il Governo ha però scelto, come comunica Priorità Alla Scuola, di investire gran parte dei fondi scolastici, direttamente o indirettamente, a sostegno dei collegamenti scuola-impresa, trasformando sempre più la scuola da luogo di cultura a luogo di creazione di lavoratori.

Chiediamo quindi che gli enti preposti intervengano perché tutte le persone della scuola – corpo docente, studenti e studentesse, personale ATA – siano parte attiva delle scelte sulla scuola, avviando così una politica dal basso verso l’alto che dà priorità all’ascolto. In questo modo, soffermandoci sulla situazione presente, speriamo che si possa coordinare unitariamente il rientro al 50% e che il Sindaco solleciti il ministero a sbloccare fondi specificatamente per l’edilizia e per garantire la didattica in presenza per le scuole di ogni ordine e grado.