“Il 27 gennaio, Giorno della Memoria, ci obbliga ogni anno a guardare dentro l’abisso dell’umanità. Ricordiamo le vittime dell’Olocausto e l’orrore della Shoah, lo sterminio degli ebrei voluto dal nazismo nel cuore dell’Europa. E di tutti i deportati nei campi di concentramento nazisti. Una tragedia epocale, e non esistono aggettivi sufficienti a descriverla, che cancellò vita, diritti e speranze di milioni di donne, uomini e bambini e di cui anche l’Italia, con le leggi razziali fasciste del 1938, contribuì a disegnarne i più atroci confini. Farne memoria oggi vuol dire ribadire – sempre e ovunque – quell’orrore, perché non debba mai più ripetersi. E conoscere la storia, essere consapevoli di quanto accaduto, può e deve renderci capaci di respingere ogni forma di antisemitismo. Anche oggi, mentre il conflitto in Medio Oriente ha aperto una nuova, drammatica fase, l’obiettivo deve essere quello di perseguire pace, democrazia e la convivenza fra i popoli e gli Stati”.
Così il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, in occasione della Giornata internazionale a memoria dello sterminio della popolazione ebraica e di tutti i deportati nei campi di concentramento nazisti, nel giorno in cui, nel 1945, venne liberato il campo di concentramento di Auschwitz. Un appuntamento che in Emilia-Romagna viene celebrato con una miriade di eventi, molti sostenuti anche dalla legge regionale sulla memoria.
La legge regionale sulla Memoria dell’Emilia-Romagna
Approvata nel marzo 2016, la legge sostiene la conoscenza di fatti e avvenimenti storici avvenuti nel corso del Novecento in ambito emiliano-romagnolo. Unica nel panorama nazionale, promuove ricerche e approfondimenti storici ma anche progetti culturali e artistici che attraverso i diversi linguaggi, affrontano avvenimenti e tematiche storiche. La legge è intervenuta sia a sostegno delle attività degli Istituti storici regionali che di soggetti pubblici e privati.