Il 29 gennaio sarà ospite presso l’istituto Olivetti – Callegari lo scrittore Roberto Matatia, autore del libro “I vicini scomodi”, Casa editrice Giuntina.
Roberto Matatia, imprenditore, laureato in Giurisprudenza, scrittore e giornalista, nasce a Faenza nel 1956, dove risiede, alle ore 11,00 incontrerà gli alunni delle classi prime per un momento di confronto e condivisione sulle tematiche riguardanti la Shoah. Nel suo libro Roberto Matatia racconta la storia della sua famiglia, dall’approvazione delle leggi razziali alla deportazione ad Auschwitz. Il romanzo è una preziosa testimonianza di quanto avvenuto in quegli anni, sempre più necessaria negli ultimi tempi con la progressiva scomparsa dei sopravvissuti.
Scriveva Primo Levi “Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario”.
La lettura del romanzo ha dato origine ad alcune domande da parte dei ragazzi alle quali Roberto Matatia ha risposto, con efficacia e semplicità. “Cosa ha provato quando si è presentato l’uomo con le lettere di Camelia?” “Quando Mario entrò nella mia azienda portando con sé una cartella di cartone giallo, legata con un elastico nero, la mia prima reazione fu di perplessità. Io, sino a quel momento, a mala pena sapevo chi fosse Camelia e di Mario non conoscevo l’esistenza. Quando poi lessi le lettere che mi aveva porto, venni colto dallo stupore e da una profonda emozione. Stavo scoprendo quella parte così importante della mia famiglia che, sino a quel momento, mi era assolutamente ignota”. “Quali sono le origini della sua famiglia?” “La mia è una famiglia con tante origini: mio nonno paterno era di Corfù, mia nonna materna di Smirne. Mio nonno materno di Plovdiv e la nonna di Istanbul. Può sembrare una cosa strana, ma per noi ebrei è comune. Tramite i social scoprii un lontano parente Matatia, a Corfù, e con lui feci un viaggio a ritroso nel tempo, visitando luoghi, case, e cimiteri”. “A quale personaggio si sente più affine?” “Penso di avere un carattere diverso da quello dei protagonisti de “I vicini scomodi”, anche se mi rendo conto che è quasi impossibile rispondere a questa domanda. Le personalità, i caratteri, il modo di agire penso che debbano essere contestualizzati nel periodo storico nel quale i personaggi si trovavano”. “Oltre alle lettere di Camelia quali altri fonti ha utilizzato per ricostruire i fatti della storia?” “Documenti, foto, testimonianze. Mie fonti, comunque, sono stati gli Archivi di Stato, le scuole, ospedali, carceri”.
Infine i ragazzi hanno chiesto: “Attraverso il suo libro quale messaggio si augura di trasmettere ai ragazzi?” La sua risposta è stata questa: “Spero tanto di riuscire a far comprendere a quanti più adulti e giovani possibile l’importanza che deve avere la Memoria storica. Solo avendo coscienza di questo, qualora si dovessero ripresentare le condizioni, si potrà essere in grado di riconoscere la pericolosità degli eventi. Infatti, saggiamente, si dice che un popolo senza Memoria sia destinato a scomparire”.
Un vivo ringraziamento a Roberto Matatia da parte del Dirigente scolastico, degli insegnanti e degli alunni per la sua testimonianza e la grande disponibilità e attenzione.