“Nunziatina”. Partigiana, ragazza di 97 anni. Faentina. Una vita dedicata alla lotta per la democrazia. È fra le protagoniste degli eventi organizzati dall’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna in occasione della Giornata della Memoria 2025. La vita e la lotta di “Nunziatina” sono rivissute nel corso di “Artiste e ribelli. Donne che hanno scritto la memoria”, uno degli appuntamenti andati in scena oggi in viale Aldo Moro per celebrare le donne che seppero opporsi alla barbarie nazifascista.

Il momento ha visto protagonisti i ragazzi del Liceo Artistico Torricelli-Ballardini di Faenza con la presentazione del fumetto “Annunziata Verità” dedicato all’omonima staffetta partigiana faentina che ha ispirato il saggio storico “La ragazza ribelle” di Claudio Visani. Il progetto editoriale nasce grazie a Monica Liverani, insegnante, che un paio di anni fa ha portato in classe il libro di Visani, proponendo di creare quella storia a fumetti. Numerosi sono stati i ragazzi e le ragazze che hanno risposto con entusiasmo all’iniziativa e che, con l’aiuto dello scrittore, hanno approfondito la vicenda iniziandola a raccontare attraverso le immagini di una graphic novel collettiva di oltre centocinquanta pagine.

“È stato un compito morale raccontare la verità di una storia molto cruda, tutti ci siamo appassionati perché rappresenta la nostra cultura: solo attraverso certe forme d’arte possono essere narrate queste emozioni”, hanno spiegato Giorgio Spinelli e Fatou Ndiayk, due degli studenti che hanno preso parte al progetto.

Ha preso così forma e colore la rocambolesca storia di una partigiana di 18 anni sopravvissuta alla fucilazione di un plotone fascista nell’agosto del ’44: insieme ad altre quattro persone fu allineata davanti alle mura del cimitero e, ferita dai colpi d’arma da fuoco, ancora in vita si nascose sotto i corpi delle altre persone fucilate. Nonostante il dolore delle ferite riuscì a raggiungere le colline che sovrastano Santa Lucia, dove una donna la curò.

“Nunziatina” è il simbolo del ruolo delle donne nella Resistenza e oggi, a 97 anni, con la sua testimonianza e una lunga ricerca negli archivi storici, dopo aver stimolato la creazione di un saggio e di uno spettacolo teatrale, ha dato forza a un progetto che ha visto giovani artisti impegnarsi per coltivare la memoria di una ragazza ribelle attraverso i disegni, le tavole e i dialoghi.

Ad aprire la presentazione nella Sala Fanti di viale Aldo Moro è stato Maurizio Fabbri, presidente dell’Assemblea legislativa, che ha ricordato come si debbano difendere “i valori di libertà, giustizia e umanità. Difenderli a scuola, nelle istituzioni, con i nostri e le nostre vicine di banco, gli amici e le amiche, ovunque nella quotidianità privata e pubblica. Lo sterminio non è qualcosa di estraneo all’uomo, appartenuto a un remoto e lontano periodo polveroso della storia, in bianco e nero, ma è un richiamo vivo a interpretare l’oggi con consapevolezza, per costruire un futuro migliore, libero da odio e intolleranza”. Passando dalle parole ai fatti, Fabbri ha sottolineato come “grazie ai progetti Concittadini nonché Viaggi della Memoria e Viaggi attraverso l’Europa, l’Assemblea legislativa ogni anno consente a migliaia di studenti e studentesse dell’Emilia-Romagna di visitare i luoghi simbolo della Memoria e dell’Europa. L’obiettivo è quello di diffondere una cultura di memoria e di pace, lo sviluppo della cittadinanza attiva e far conoscere la storia dell’integrazione europea: solo nell’anno scolastico appena concluso sono stati 34 gli istituti scolastici che hanno potuto visitare, studiandoli, i luoghi della Shoah e dal 2020 al 2024, sono stati stanziati più di due milioni e mezzo di euro per progetti che hanno coinvolto centinaia di scuole e circa 18 mila ragazzi e ragazze in tutta l’Emilia-Romagna”.

La storia di Annunziata Verità è alla base dell’intervento di Agnese Portincasa, Direttrice dell’Istituto storico Parri, che ha voluto ricordare “come una donna di quel tempo potesse costruire memoria: delle donne resistenti, che non si volevano arrendere a un mondo allo sfascio che le voleva morte. Le donne di quel tempo erano diverse, se avevano 20 anni erano cresciute durante il Ventennio, che le indottrinava ad essere gli angeli del focolare. Le donne eravamo isolate nelle loro case, non lavoravano, non facevano carriera, erano considerate come i bambini: da difendere. Descrivere la scelta delle donne di scendere in piazza per il pane è stato per anni come descrivere una protesta di serie b. Il femminile non ha ancora espresso tutto quello che potrebbe esprimere”.