Mettere la parola fine alla distruzione dell’ambiente nel Parco della Vena del gesso romagnola. Lo chiede Giulia Gibertoni (Gruppo Misto) con un’interrogazione.

“Con una delibera di maggio -puntualizza la consigliera- la giunta ha autorizzato il proseguimento della coltivazione della cava di Monte Tondo, localizzato nei comuni di Casola Valsenio e Riolo Terme (Ravenna) proposto dalla società Saint-Gobain Italia. Il progetto prevede la prosecuzione dell’attività estrattiva. La decisione della Regione Emilia-Romagna contraddice quanto affermato nel Piano territoriale del Parco della Vena del Gesso romagnola, avviando un processo di degrado gravissimo e superiore a ogni previsione”.

“L’attività di estrazione del gesso -evidenzia Gibertoni- ha già causato e potrebbe continuare a provocare danni a due importanti sistemi carsici oggi riconosciuti da Unesco: quello dei Crivellari e quello del Re Tiberio. Proprio per preservarli, nel dossier di candidatura redatto dall’International union for the conservation of nature (Iucn) si raccomanda all’Italia di non estendere il permesso all’estrazione del gesso e di avviare quanto prima possibile le attività di ripristino ambientale”.