La giunta rispedisca all’Ente gestore del Parco del Delta del Po le modifiche al regolamento per la caccia, evitando un ulteriore peggioramento della tutela ambientale delle aree contigue del Parco del Delta del Po dell’Emilia-Romagna, in particolare, in materia di esagerata densità venatoria, e ciò anche alla luce del parere negativo di Ispra sul pessimo regolamento già vigente, di cui le modifiche richieste dalla direzione del Parco sono addirittura peggiorative e, comunque, almeno intervenga affinché le modifiche al Regolamento siano sottoposte a valutazione di incidenza ambientale (Vinca)”. Lo ha sostenuto ieri mattina in aula la consigliera Giulia Gibertoni (Gruppo Misto) dopo aver evidenziato che la direzione del Parco del Delta del Po aveva approvato una delibera “con ulteriori modifiche a favore della caccia nelle aree contigue al Parco senza neppure uno straccio di valutazione di incidenza ambientale. Un fatto gravissimo sia da parte del Parco che della sottovalutazione della Regione che a quanto pare, fino al mio question time di ieri mattina non si era accorta proprio di nulla. Quanto sta succedendo è il ritratto di un fallimento su un ennesimo territorio che la Regione non tutela. Altro che ecologia e svolta “green”: il Parco del Delta del Po rischia di diventare la mirabilandia dei cacciatori.”
Risposta vistosamente imbarazzata dell’assessore regionale Barbara Lori all’interrogazione sulle modifiche del regolamento venatorio nel Parco del Delta del Po nelle zone denominate artificiosamente “pre-parco” proprio per consentire la caccia. Parliamo di zone come le celebri Pinete ravennati, le Valli di Comacchio, o quasi tutte le preziosissime aree umide ravennati. Spiega Gibertoni: “A meno di un anno dall’approvazione del regolamento, che già presentava numerose criticità e, stando ad Ispra, “assenza di contenuti tecnico-scientifici” il Parco vi mette ancora mano. Alla beffa di questi ulteriori peggioramenti – continua Giulia Gibertoni – si aggiunge la totale assenza di una Valutazione di incidenza sulle modifiche proposte; addirittura si legge nella delibera del Parco che si ritiene ‘necessario non sottoporre le proposte di adeguamento al Regolamento a Valutazione di incidenza in quanto non alterano significativamente la sostenibilità ambientale dell’attività venatoria rispetto alla conservazione di habitat e specie animali presenti’, quando è vero esattamente il contrario. Insomma un vero e proprio blitz pro-caccia nel silenzio totale della Regione Emilia-Romagna. E il parco rischia così di diventare una vera e propria “mirabilandia” dei cacciatori.
Vistosol’imbarazzo dell’assessore regionale che in Aula ha parlato di dimenticanza e che ha assicurato: “Siamo intenzionati a chiedere approfonditi chiarimenti all’ente Parco”. Non è dato sapere se la Regione si sarebbe accorta di queste strane “dimenticanze” senza la mia interrogazione.