Festeggerà l’ottantesimo compleanno allo stadio di Lisbona per assistere alla partita di Champions League del suo amato Bologna con il Benfica. Cuore rossoblù non mente.
L’inossidabile Gianni Morandi, l’eterno “ragazzo di Monghidoro”, spegnerà mercoledì prossimo, 11 dicembre, 80 candeline e due giorni dopo sarà su tutte le piattaforme digitali con il nuovo disco L’Attrazione, anticipato a metà novembre dal brano title track scritto e composto dall’amico e compagno di avventure Lorenzo Jovanotti, un sodalizio avviato con L’allegria e proseguito con Apri tutte le porte, La Ola, Evviva! e Anna della porta accanto. Ma soprattutto, un brano che canta l’amore senza distanze che trascende i confini fisici e temporali.
Un evergreen nel più puro stile Morandi, testimonial di un tempo che per lui non sembra mai passare, e che nell’album vede tra l’altro una versione particolare di ‘C’era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones’ interpretata insieme a molti amici, anche della Generazione Z, nel segno della continuità per omaggiare un’intera vita trascorsa fra musica, cinema, teatro, televisione. E da anni anche sui social, dove Gianni mantiene un costante e genuino filo diretto con il pubblico, che lo ha portato a raggiungere 3,2 milioni di follower su Facebook. Una carriera inarrestabile che non è stata fermata, se non per i break strettamente necessari, nemmeno dal serio incidente domestico del marzo 2021: mentre bruciava sterpaglie in giardino si era procurato ustioni sul 15% del corpo, alle mani (soprattutto la destra), gambe e un orecchio, ed era stato ricoverato all’Ospedale Bufalini di Cesena.
Figlio di un calzolaio e una casalinga, a Monghidoro, sull’Appennino bolognese, Morandi lavorava come venditore di bibite nel cinema Aurora, che ha da poco riaperto i battenti ed è stato teatro anche delle sue prime esibizioni, e aiutava il padre in negozio. Fu alle feste dell’Unità, con un cachet di mille lire a serata, che si trovò a cantare su un palco: “Era il tempo dei bambini prodigio – raccontava a Gigi Vesigna – così la domenica facevo due esibizioni, una pomeridiana e l’altra serale. Mille lire ciascuna e da allora non ho mai smesso di cantare”. Ed è diventato una delle colonne portanti della musica leggera italiana, con oltre 50 milioni di dischi venduti in tutto il mondo e un curriculum in cui spicca ovviamente il festival di Sanremo, la vetrina d’eccellenza della canzone italiana: sette volte in gara, vincitore nel 1987 con Enrico Ruggeri e Umberto Tozzi (‘Si può dare di più’), conduttore nel 2011, 2012 e 2023, quest’ultima al fianco di Amadeus. E poi una Targa Tenco, tour da tutto esaurito con Lucio Dalla (1988) e Claudio Baglioni (Capitani coraggiosi, 2015-2016), 36 album in studio e 6 live, un’ottantina di singoli, una settantina di compilation.
Le canzoni sono una serie infinita, dall’esordio discografico nel ’62 con ‘Andavo a cento all’ora’ e ‘Fatti mandare dalla mamma a prendere il latte’, alla vittoria del Cantagiro due anni dopo con ‘In ginocchio da te’, che vende oltre un milione di copie, al successo di ‘Non son degno di te’ nel ’66 a Canzonissima. Negli anni Settanta il successo diminuisce, sensibilmente, perché nell’epoca della canzone d’autore e di impegno politico Morandi è considerato, come altri colleghi, un cantante tradizionalista e commerciale. Poi da ‘Canzoni stonate’, ‘Grazie perchè’ e ‘Uno su mille’, prima metà degli anni Ottanta, torna a scalare le classifiche e a riempire le platee, senza una sola battuta d’arresto. Anzi, affiancando all’impegno artistico molte prime serate tv che lo vedono protagonista, da ‘Alta pressione’ nel 1962 fino a ‘Evviva-La grande bellezza della tv’, in onda la scorsa primavera su Rai1 in occasione dei 70 anni della televisione. E poi il cinema, con l’esordio in ‘Totò sexy’ del 1962, varie pellicole musicali ma anche film diretti da registi come Pietro Germi (‘Le castagne sono buone’), Luciano Salce (‘Il provinciale’) e Aldo Lado (‘La cosa buffa’), e serie tv tra cui ‘L’isola di Pietro’ in 18 episodi fra il 2017 e il 2019.
In primo piano anche la passione sportiva fra pallone e podismo: fonda nell’81 la Nazionale italiana cantanti impegnata nella solidarietà, sostiene il Bologna calcio, di cui è presidente onorario tra il 2010 e il 2014 sotto la presidenza dell’imprenditore Massimo Zanetti, corre una decina di maratone tra cui quella di New York per tre volte, oltre a più di quaranta mezze maratone.
Nella vita privata è stato sposato due volte e ha avuto quattro figli: Marianna e Marco da Laura Efrikian (Serena, nata nel ’67, ha vissuto solo poche ore) e Pietro – anche lui musicista, con il nome d’arte di Tredici Pietro – da Anna Dan, con la quale il mese scorso ha raggiunto il traguardo del trentesimo anniversario. Così come da quasi trent’anni è commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica italiana, mentre la sua Bologna nel 2022 gli ha conferito il Nettuno d’oro, una benemerenza destinata a chi ha onorato la città con la propria attività professionale e pubblica.
fonte Ansa @ di Antonio Giovannini