«Sono gravi le affermazioni del sindaco Massimo Isola e dell’assessore alle Pari Opportunità Milena Barzaglia. La nostra campagna è tutt’altro che discriminatoria. Riteniamo che tutti i bambini e gli adolescenti debbano essere pienamente rispettati e accolti, soprattutto nel contesto scolastico. Ma riteniamo che, soprattutto nelle età più delicate della vita, debbano essere sottratti ad una inquietante e pericolosa propaganda volta alla loro ipersessualizzazione. La scuola non può è non deve sostituirsi ai genitori che restano sempre i primi educatori specialmente su tematiche inerenti ad affettività è sessualità », così Simone Ortolani, responsabile di Pro Vita & Famiglia in Emilia Romagna, .
«Nessuna idea complottista, assessore Barzaglia – prosegue Ortolani -, il tentativo delle associazioni LGBTQ+ di entrare nelle scuole con la loro propaganda e condizionare l’educazione dei ragazzi è evidente a tutti. Noi difendiamo il principio di libertà di educazione dei genitori e di tolleranza religiosa, che prevede che ogni confessione religiosa possa liberamente esprimere i propri valori nell’ambito della formazione delle nuove generazioni. Ci sono associazioni che ci accusano di parlare di “fantomatiche” teorie Gender: sono le stesse che fanno, nella sostanza, di questa ideologia la loro stessa ragion d’essere. E, soprattutto, le teorie gender non sono assolutamente “fantomatiche” ma esistono e prova ne sono le decine di progetti gender proposte, negli ultimi mesi e anni, nelle scuole italiane di ogni ordine e grado. A che pro questo tentativo di manipolare l’opinione pubblica?».