Le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Ravenna hanno dato esecuzione ad un provvedimento con il quale il G.I.P. del locale Tribunale, su proposta della Procura della Repubblica, ha disposto il sequestro preventivo di beni per un valore complessivo di oltre € 700.000 euro nei confronti di 4 imprenditori lughesi indagati, in concorso tra loro, per illecita somministrazione di manodopera e truffa aggravata ai danni dell’I.N.P.S..
L’odierno provvedimento è stato adottato sulla scorta delle risultanze di un’attività investigativa svolta dai finanzieri della Tenenza di Lugo con la preziosa collaborazione dei funzionari dell’I.N.P.S. di Ravenna che ha consentito di smascherare un articolato sistema di frode ideato dagli amministratori di una cooperativa con sede in Fusignano (RA) al fine di eludere gli obblighi contributivi, previdenziali ed assistenziali attraverso la predisposizione di fittizi contratti di appalto per la fornitura di servizi.
In particolare, gli approfondimenti svolti hanno permesso di accertare come un trentenne di origini marocchine, residente in Fusignano (RA), già in precedenza amministratore di un’altra società cooperativa, alla fine del 2014 abbia fraudolentemente indotto tutti i soci lavoratori a dimettersi per poi essere subito dopo riassunti da una nuova cooperativa, sempre da lui gestita.
Tale artifizio, ideato con la complicità dei dipendenti di una nota società locale di servizi e consulenza del lavoro, aveva permesso alla cooperativa di nuova costituzione, di fatto mera prosecuzione della precedente, di avvalersi degli sgravi contributivi triennali previsti dalla legge di stabilità del 2015 (cd. “Jobs Act”) per le nuove assunzioni a tempo indeterminato.
Ma tale circostanza ha rappresentato solo un primo aspetto di illegalità, che invero è risultata caratterizzare l’intera operatività della cooperativa.
In effetti le indagini penali, coordinate dalla Procura della Repubblica di Ravenna, hanno acclarato come la società controllata altro non fosse che un mero schermo giuridico, senza alcuna autonomia e struttura imprenditoriale, creato al solo fine di accollarsi cartolarmente la gestione del personale, più di 40 operai, per lo più di origini nord africane, che da anni già lavoravano a beneficio di tre aziende lughesi appartenenti ad uno stesso gruppo imprenditoriale specializzato nella produzione di articoli industriali in gomma.
Peraltro la cooperativa risultava aver stipulato con le imprese committenti degli appalti di servizio del tutto fittizi nelle loro previsioni contrattuali, atteso che la società appaltatrice non disponeva di una sede operativa né di macchinari e attrezzature necessarie per svolgere l’attività oggetto di contratto, che risultava in realtà sottoscritto esclusivamente per esternalizzare artificiosamente la manodopera specializzata.
I lavoratori, infatti, sono risultati retribuiti sulla base di un contratto collettivo non corrispondente alle mansioni realmente svolte (di facchinaggio e di addetto alla logistica), con un risparmio in capo al committente, calcolato in circa 4 € per ogni ora di lavoro, pari al 25% del costo di lavoro. Una parte della retribuzione veniva poi saldata in nero grazie a fondi illeciti appositamente costituiti, anche attraverso la falsificazione dei bilanci societari.
Sulla base dell’analitica ricostruzione delle modalità di esecuzione del lavoro compiuta dai finanzieri e grazie alla quantificazione del provento illecito di cui hanno beneficiato i tre committenti nel periodo 2015 – 2018 quale risparmio dei dovuti oneri contributivi e previdenziali, così come puntualmente calcolato dai funzionari I.N.P.S., è stato quindi possibile contestare in concorso ai diversi responsabili l’ipotesi di truffa aggravata ai danni dello stesso Ente previdenziale per un’evasione contributiva complessivamente stimata in 730.000 euro.
In esecuzione del provvedimento ora emesso dall’Autorità Giudiziaria i militari della Tenenza di Lugo hanno quindi sottoposto a sequestro preventivo liquidità finanziarie rinvenute nei conti bancari delle società interessate per € 705.462,00, che, insieme ad un’unità immobiliare nella disponibilità di uno degli indagati, hanno consentito di raggiungere l’intero valore del profitto della frode.
Sono tutt’ora in corso i conseguenti approfondimenti per l’accertamento dei connessi profili di evasione di imposte dirette ed IVA dovuta alla contabilizzazione dei falsi contratti di appalto.
L’operazione odierna testimonia il costante impegno della Guardia di Finanza nell’azione di contrasto ad ogni forma di evasione e di sfruttamento dei lavoratori, nonché nell’aggressione dei patrimoni frutto di illecito arricchimento, quale forma più incisiva di ristoro per la collettività.