Si è concluso il percorso che porta alla «fusione per incorporazione» della Fondazione Cassa di Risparmio e Banca del Monte di Lugo nella Fondazione Banca del Monte di Bologna e Ravenna. Fatte salve le autorizzazioni dell’autorità vigilante, l’esecuzione – con la stipula dell’Atto pubblico di fusione – è prevista entro settembre 2024.
L’operazione sarà l’atto iniziale di un iter grazie al quale entrambi i territori di riferimento troveranno espressione nei settori fondamentali di intervento della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna: cultura, sociale, sviluppo del territorio e ricerca scientifica.
Obiettivo della fusione vuole essere un’azione condivisa e finalizzata allo sviluppo delle comunità, valorizzando tutte le esperienze positive delle attività di entrambe le fondazioni sui rispettivi territori. L’aggregazione, infatti, andrà a beneficio delle comunità servite da entrambe le Fondazioni, garantendo la continuità erogativa su entrambi i territori.
Con l’operazione in corso la Fondazione del Monte intende sia mantenere l’impegno erogativo annuale sul territorio di proprio radicamento, sia supportare il territorio di originario radicamento della Fondazione Lugo. A seguito della fusione, sarà modificato lo Statuto della Fondazione del Monte, in relazione in particolare alla governance: si prevede, per esempio, che il Consiglio di Indirizzo sia aumentato di due unità, per consentire un’adeguata rappresentanza del territorio di Lugo.
In un ente di tipo erogativo come le Fondazioni di origine bancaria, che opera come soggetto grant-making, l’adeguatezza del patrimonio ha evidenti riflessi sul concreto raggiungimento degli scopi statutari. È proprio per valorizzare e sostenere l’azione delle Fondazioni nel territorio di riferimento, che il Protocollo di intesa del 22 aprile 2015 tra il Ministero dell’Economia e delle Finanze e l’ACRI (Associazione di Fondazioni e Casse di Risparmio) auspica forme di collaborazione o integrazione tra Fondazioni di origine bancaria. In particolare, con riferimento a Fondazioni che per le loro ridotte dimensioni patrimoniali non riescono a raggiungere una capacità erogativa adeguata, suggerisce l’integrazione tramite operazioni di fusione con altre Fondazioni.