Allo scorso Consiglio Comunale del Comune di Fusignano, tenutosi martedì 19 maggio, il capogruppo della lista Fusignano per la Sinistra, Mirko Caravita, ha presentato una mozione per la mobilità ciclabile e la mobilità alternativa e sostenibile (resa pubblica dalla stessa lista). In particolare, nella mozione si richiede l’impegno del Comune fusignanese a sviluppare un PUMS che preveda l’introduzione della Zona 30 nel centro storico e di una pista ciclabile temporanea su Corso Emaldi dallo spazio che si ricaverebbe rendendo il Corso a senso unico.
Dopo un’iniziale discussione durante il Consiglio Comunale, in cui Caravita aveva richiesto il voto immediato vista la riluttanza sul tema da parte della maggioranza di Insieme per Fusignano, si è deciso di procedere con una commissione consigliare. Quest’ultima, dopo continui solleciti da parte della nostra lista al Sindaco e al Capogruppo della maggioranza, è stata istituita per il 4 giugno. Il suo esito non si è allontanato dalla discussione già sorta durante il Consiglio: la maggioranza ha accolto la richiesta della Zona 30, che aveva già accolto a dicembre con la mozione di Dichiarazione di Emergenza Climatica e che il nostro gruppo aveva avanzato già 5 anni fa; non ha però accolto l’istituzione temporanea del senso unico e della pista ciclabile su Corso Emaldi.
Questa scelta della maggioranza ci coglie abbastanza di sorpresa: oltre all’approvazione di una Dichiarazione di Emergenza Climatica che mette in campo un cambiamento culturale che coinvolga la nostra mobilità e la viabilità fusignanese, Insieme per Fusignano ha fatto sue queste stesse battaglie nella propria campagna elettorale. In più, visto che la maggioranza fa principalmente riferimento al Partito Democratico, ci saremmo aspettati che accogliesse le nostre richieste in linea con le politiche richieste dal Governo per la ripartenza dopo l’emergenza e con le politiche messe in atto da altre amministrazioni, anche del ravennate, della stessa appartenenza politica.
È un contrasto inatteso e che non ha trovato una motivazione diversa se non una mancanza di coraggio di fare una scelta politica, che chi amministra un territorio dovrebbe essere capace di fare. Infatti, tutte le loro perplessità sono state discusse e hanno trovato una risposta pronta dal nostro capogruppo: i costi sarebbero esigui, perché si tratta di un intervento temporaneo con una pista ciclabile non separata dall’attuale manto stradale e che ha quindi bisogno solamente di una segnaletica orizzontale e verticale; non sarebbe stata intaccata la mobilità in macchina, perché sarebbe stato solamente redistribuito lo spazio destinato ai diversi mezzi in modo più democratico e sarebbe stato eliminato un piccolo numero di parcheggi; poiché temporaneo, si trattava di una sperimentazione che poteva essere oggetto di valutazione con la comunità su vantaggi o svantaggi procurati alle attività e alla cittadinanza, anche se esistono studi che sottolineano i benefici di una mobilità alternativa (Bikeconomy – Santilli/Soldavini; Street Appeal – University of London).
Oltre a queste valutazioni, togliere spazio alle auto per una mobilità alternativa significa anche rimettere al centro del discorso politico le persone. Bisogna infatti considerare che chi non si muove in auto sono le persone più deboli – anziani, bambini e disabili – che, in mancanza di una struttura adatta alla loro mobilità alternativa, rischiano incidenti ogni qualvolta si inseriscano nel Corso. Perciò, le nostre sono richieste che guardano a un modo diverso di vivere il nostro centro storico e il nostro Comune e che guardano alla creazione di una vera comunità che viva questi spazi, riaffollandoli e rendendoli sicuri per tutti. Si tratta di scelte che si possono estendere anche su altri campi, come quello culturale, e che possono portare a una rivalutazione dei nostri territori.
Insieme per Fusignano ha però deciso di seguire una linea che mantiene le cose come stanno, senza provare alternative che possono rivelarsi migliori. Ha deciso che un centro cittadino debba rimanere a una mobilità non sostenibile e che allontana le persone da una vita comunitaria e sicura. Ha deciso che la politica si allontani ancora di più dalle persone, che rimangono escluse dalle sue scelte.