“Apprendo con dolore della scomparsa dell’ingegner Ezio Fedele Brini.
Nel 1993, le prime amministrative dopo il terremoto di tangentopoli, quelle che introdussero l’elezione diretta del sindaco, Ezio fu il candidato a sindaco repubblicano in Alleanza per Ravenna, la coalizione la cui anima era il PRI.
L’anima di quell’Edera che per storia, valori, tradizioni e radicamento, ancora oggi è necessaria a garantire la coalizione di governo cittadino e indispensabile per qualsiasi ipotesi di aggregazione che, senza il PRI, non potranno mai avere né prospettiva né credibilità.
Quell’esperienza politica, fu la prima che cercò di unire forze politiche in una visione di un centrosinistra, sulla scorta dell’esperienza di governo con la formula del centrosinistra voluta da Ugo La Malfa e anticipando l’Ulivo pensato da Romano Prodi del quale il PRI fu tra i fondatori.
E non a caso Alleanza per Ravenna con Brini portò al ballottaggio il compianto Pierpaolo D’Attorre, candidato a sindaco della coalizione PDS, che poi divenne sindaco anche con voti di altre forze, quandanche queste si fossero presentate al primo turno con autonomi candidati a sindaco.
Con Ezio Brini vennero eletti 7 consiglieri comunali che, con lui capogruppo e sulla scorta del corposo programma elettorale proposto, costituirono un gruppo di vera opposizione, sempre nel merito e mai preconcetta, poiché l’unico obiettivo era quello di lavorare per il bene della comunità e non contro il governo.
Ricordo quell’esperienza che mi vide tra gli eletti e, dunque, parte di quel gruppo, che mi ha dato il piacere di lavorare per la città al fianco di Ezio.
Per questo lo ricorderò sempre come un lavoratore instancabile con un carattere frizzante, qualità che seppero esaltare le sue profonde e riconosciute conoscenze tecniche.
Alla famiglia Brini il cordoglio mio personale e di tutti i Repubblicani della provincia di Ravenna”.