“Preso atto della pessima decisione che impose un accorpamento degli Enti camerali italiani per una difficilmente condivisibile ottimizzazione dei costi, mai da considerare quando si tratta di sanità o di prospettive di sviluppo, adesso si deve fare di necessità virtù.
A meno che l’apparentemente fortissima maggioranza di governo Meloni non voglia mettere mano ad una revisione della sciagurata riforma camerale firmata dall’allora ministro Carlo Calenda.
Nel mentre occorre procedere alla composizione della giunta partendo dalla conferma dell’attuale presidenza.
Certo era preferibile un assetto camerale che vedesse Ravenna da sola, come l’attuale normativa consente; altro che unica camera romagnola.
E questo non certo per questione di mero campanile ma per valutazioni oggettive. Infatti Ravenna è sede di Autorita Portuale , di Polizia di Frontiera e inoltre la Camera ha una partecipazione importante in Sapir, principale azienda terminalista italiana.
Tuttavia adesso occorre lavorare in un’ottica che consideri l’accorpamento Ravenna-Ferrara non come soluzione di risulta visto che il Parco del Delta accomuna queste realtá con potenzialità che, proprio partendo dalle eccellenze naturalusriche, vanno ben oltre queste e, in prospettiva, possono originare importanti scenari economici e produttivi.
E Ravenna, col suo composito tessuto economico, il suo porto e la sua forza turistica – sia balneare sia come città d’arte – può essere davvero il fulcro di una leva di sviluppo in grado di trascinare l’intero bacino romagnolo.”