“Era il 26 marzo 1979 quando ci lasciava Ugo La Malfa.
L’Italia perdeva uno dei più grandi statisti della sua storia, la Politica uno dei punti di riferimento più autorevoli, il PRI la sua guida più illuminata e il Centrosinistra la sua stessa essenza.
Da allora sia l’Italia e Politica, sia il PRI e il Centrosinistra, non sarebbero più stati gli stessi e ricordare oggi quanto manchi all’una e agli altri è solo un esercizio retorico.
Difficile soprattutto non ricordare il suo ruolo decisivo, a dispetto degli esigui numeri del PRI, nella modernizzazione del sistema Paese con la sua “nota aggiuntiva” del 1962 e con intuizioni come la politica dei redditi e la programmazione economica.
Ma anche il suo ruolo fondamentale per fare dell’Italia una democrazia matura e compiuta che, per essere davvero tale, non poteva permettersi di non avere una corretta possibilità di alternanza per via di un PCI legato alle logiche del blocco sovietico.
In questo senso non è possibile non ricordare la sua intuizione sulla formula del centrosinistra e, qui a Ravenna, il 13 dicembre 1965, in un Teatro Mariani pienissimo, il suo storico confronto con Pietro Ingrao, per stimolare il grande partito comunista dell’occidente a percorre la strada di una moderna sinistra democratica occidentale.
Nella sua azione politica c’è tutto il senso della storia del Paese e la spinta per continuare la sua battaglia per un’Italia sempre più europea, una Politica sempre più rispettosa del bene comune, un’Europa sempre più atlantica, un Occidente sempre più guida di un mondo senza squilibri.
Se oggi, nonostante siano trascorsi 45 anni dalla sua morte, possiamo ancora avere una credibilità internazionale e un credito nelle cancellerie di tutto il mondo, lo si deve all’opera di quegli uomini di grandi spessore politica e caratura morale che seppero sollevare il Paese dagli orrori del fascismo e dai disastri del secondo conflitto mondiale.
Tra loro, sicuramente Ugo La Malfa: Italiano, Repubblicano, Europeista.”
Eugenio Fusignani