Per decisione della Regione Toscana, dal 2016, la data del 27 Aprile è diventata la Festa dell’Indipendenza Toscana. Fu, infatti, il 27 aprile 1859 il giorno in cui Granduca Leopoldo II di Lorena lasciò Firenze e si insediò il Governo provvisorio della Toscana che divenne così divenne indipendente dal Regno degli Asburgo-Lorena.
Dopo circa tre secoli di Granducato, Firenze e tutta la Toscana scelsero l’indipendenza destinandosi a svolgere un ruolo decisivo nel Risorgimento. Anche la Romagna ha una sua data d’indipendenza che cade il 13 giugno.
“Infatti, il 13 giugno 1859 con un capolavoro di diplomazia che vide il concerto della Società delle Nazioni e dei patrioti locali – in larghissima parte repubblicani, mazziniani e garibaldini – l’ultimo cardinal legato, monsignor Achille Ricci, che tradizionalmente risiedeva nel palazzo del Governo, attualmente sede della Prefettura, in piazza del Popolo, abbandonava precipitosamente la città mettendo fine al potere temporale della Chiesa nelle Romagne che si affrancavano dopo oltre 11 secoli dal Governo pontificio” spiega il vicesindaco Eugenio Fusignani, presidente anche della Fondazione Ravenna Risorgimento.
“Così, dopo un breve periodo di governo provvisorio, a cui seguì l’amministrazione da parte di Luigi Carlo Farini, l’anno successivo dopo un plebiscito la città di Ravenna venne annessa al Regno d’Italia.
La fine del potere temporale della Chiesa ebbe riflessi positivi anche per la Chiesa stessa, consentendole di dedicarsi esclusivamente alla sua vocazione spirituale originaria, come ebbero a dire due grandi pontefici come Giovanni XXIII e Paolo VI.
E allora perché non pensare al 13 Giugno come momento istituzionale da inserire nel novero delle ricorrenze civili?” Si chiede Fusignani che propone quindi di istituire la ricorrenza.
“Sarebbe bello se la nostra Regione istituisse una ricorrenza ufficiale come la Regione Toscana ha fatto per la data del 27 Aprile.
Anche perché la giusta laicità che deve caratterizzare le istituzioni, impone di non dimenticare le date che segnano le tappe fondamentali della storia.
Il 13 giugno 1859 è una di quelle, e la civile Emilia-Romagna non può dimenticarlo: per rispettare il ruolo pastorale della Chiesa cattolica e per rendere i giusti onori ai tanti martiri emiliano-romagnoli del Risorgimento”.