L’evento che il Comune di Brisighella ospiterà sabato 16 novembre, alle ore 16, alla Sala Polivalente Cicognani, dal titolo “Transizione energetica: nuovi orrizzonti”, è finito sotto la lente d’ingrandimento del comitato Fridays for Future, organizzatore degli scioperi per sensibilizzare la popolazione e la politica a contrastare il cambiamento climatico. Ad attirare le critiche del comitato è la presenza di alcuni ospiti e le loro teorie:
“Brisighella è un comune romagnolo che ha il poco invidiabile record di aver toccato il massimo termico assoluto di 42,5 gradi il 4 agosto 2017, mai misurato prima dalla rete di Arpae Emilia-Romagna. Desta quindi non poca preoccupazione il recente comunicato stampa del Comune di Brisighella dal titolo “THERE IS NO CLIMATE EMERGENCY”, col quale pubblicizza un convegno sulla transizione energetica dal titolo “Transizione energetica: Nuovi orizzonti”.
L’espressione “nuovi orizzonti” risulta quantomeno inappropriata, soprattutto a causa della presenza del Professor Prestininzi, docente di geologia in pensione (specializzato peraltro in rischi idrogeologici, non climatologia) e tra gli ambasciatori della “Dichiarazione Europea sul Clima”, un documento inviato da 500 esponenti del mondo negazionista per screditare le ricerche sul Climate Change.
Un documento pericoloso e in aperto contrasto con la comunità scientifica internazionale, in particolare per 2 passaggi particolarmente controversi:
- “La documentazione geologica rivela che […]La piccola era glaciale si è conclusa solo di recente, intorno al 1850, quindi non sorprende che oggi stiamo vivendo un periodo di riscaldamento”.
FALSO: la piccola era glaciale che ha interessato l’Europa ha interessato le altre parti del pianeta in periodi storici molto diversi e distanti tra loro, come emerso da alcune recenti pubblicazioni di Nature. Quello che mancava fino a poco tempo fa era un confronto tra le varie zone della Terra, che ha ridimensionato la piccola era glaciale, e fatto emergere che il Climate Change causato dall’uomo sta investendo l’intero globo - “La CO2 non è un inquinante. […]Più CO2 fa bene alla natura, rende la Terra verde:”: una frase vera a livello biochimico ma falsa a livello climatologico. La capacità della CO2 di aumentare la temperatura planetaria in quanto gas serra è nota dagli studi di Arrhenius del 1896, e l’incremento nei livelli di CO2 porta ad una alterazione degli habitat naturali a causa dell’aumento delle temperature, incentivando la desertificazione. Inoltre il gas sta provocando l’acidificazione degli oceani e mettendo di conseguenza a repentaglio complessi ma essenziali cicli biologici che dipendono dal pH marino
“La scienza del clima dovrebbe essere meno politica, mentre le politiche climatiche dovrebbero essere più scientifiche”, sostengono Prestininzi ed il Comune. Ed è vero, le politiche climatiche dovrebbero essere più scientifiche, ed ascoltare la comunità scientifica, che appare piuttosto concorde: uno studio del 2013 pubblicato su Environmental Research Letters, ha mostrato che il 97% degli studiosi del clima erano d’accordo nello stabilire la responsabilità umana nei cambiamenti climatici, una percentuale salita negli anni al 99%.
La presenza contemporanea a Prestininzi di alcuni esponenti del mondo dell’Oil&Gas, su cui ultimamente si è creato un controverso dibattito a livello politico ed economico, sembra un tentativo di giustificare sul piano scientifico l’utilizzo del gas naturale, delegittimando tutte le ricerche scientifiche fatte in ambito climatologico da enti come l’IPCC, il WMO e non solo.
Gas naturale su cui c’è un forte interesse economico a livello provinciale, essendo Ravenna uno dei poli dell’Off-Shore del Mediterraneo; sorge quindi il dubbio che la visibilità data a Prestininzi sia strumentale a ragioni molto diverse da quelle divulgative.
La comunità dei negazionisti scientifici è piccola ma rumorosa, e la visibilità che ha deciso di dargli il comune di Brisighella è un segnale triste e pericoloso per la trasmissione della conoscenza scientifica alla cittadinanza, per di più se definito arrogantemente un “appuntamento con la cultura”. Peccato che di cultura, date le premesse, ce ne sarà ben poca”.