Fare chiarezza sulla qualità dell’acqua potabile in Emilia-Romagna.
A chiederlo, in un’interrogazione, è Alessandro Aragona (Fdi) che ricorda come “Greenpeace Italia ha condotto tra settembre e ottobre 2024 l’indagine “Acque Senza Veleni”, analizzando campioni di acqua potabile in 235 città italiane, evidenziando la presenza di PFAS (sostanze poli- e per-fluoroalchiliche) nel 79% dei campioni analizzati”.
“L’Emilia-Romagna è tra le regioni più colpite dalla contaminazione da PFAS, con livelli elevati in città come Ferrara, Comacchio e Reggio Emilia, evidenziando una situazione di rischio per la salute pubblica”, spiega il consigliere che, alla luce di questi dati, interroga la giunta per sapere quando siano state effettuate le ultime campionature dell’acqua potabile per rilevare la presenza di PFAS, e con quale frequenza vengono condotte su base regionale e quali siano stati i risultati delle analisi effettuate nei diversi Comuni della Regione e come si confrontano con i limiti normativi attuali.
Aragona chiede “se la Regione era a conoscenza della presenza di PFAS nelle acque potabili del proprio territorio prima della pubblicazione dell’indagine di Greenpeace; se sì, quali azioni sono state intraprese e quali comunicazioni sono state fatte ai comuni e alla cittadinanza e quali risorse economiche e tecniche sono state stanziate dalla Regione negli ultimi cinque anni per affrontare la contaminazione da PFAS”.
L’esponete di Fdi rivolge anche un’altra serie di domande all’esecutivo regionale, tra cui “in che modo la Regione collabora attualmente con ARPAE, AUSL e i gestori del servizio idrico per monitorare, mitigare e prevenire la contaminazione da PFAS e se sono stati pianificati interventi infrastrutturali per migliorare il trattamento delle acque e ridurre i livelli di PFAS; se sì, quali sono i dettagli tecnici e i tempi previsti”.
Poi ancora: “quali azioni concrete sono state intraprese per informare e coinvolgere i cittadini sui rischi legati ai PFAS e sulle misure di mitigazione adottate dalla Regione? Sono previsti controlli aggiuntivi per monitorare altre sostanze chimiche potenzialmente pericolose nelle acque potabili? Quali garanzie la Regione può offrire ai cittadini sulla sicurezza delle acque potabili attualmente distribuite nei vari Comuni?”.