“Negli ultimi tre mesi è sempre più acceso il confronto fra alcuni sindacati e la direzione sanitaria dell’Ausl Romagna sia per quel che concerne le ore di straordinario e i giorni di ferie maturate e non godute dal personale del comparto sia per quel che riguarda l’abbandono a diverso titolo del personale medico. I principali riferimenti della polemica ‒ in cui gli uni denunciano una situazione sempre più drammatica del personale sanitario ospedaliero e l’altra nega la fuga di organici e restringe il campo alla sola carenza di dirigenti ‒ sono le elaborazioni dei dati forniti dalla Regione Emilia Romagna a fine dicembre del 2022 che fotografano una condizione del personale sanitario estremamente critica, a partire dai professionisti che scelgono di abbandonare il sistema pubblico per quello privato e da quelli – in minor numero – che decidono di modificare la loro condizione preferendo, ad esempio, la medicina di base o il pensionamento anticipato.
Per comprendere meglio il reale stato della situazione sanitario ospedaliera nel Comune di Ravenna Chiara Francesconi, consigliera comunale ed esponente di Azione, ha depositato un’interrogazione al Sindaco De Pascale affinché si adoperi presso l’ASL Romagna per ottenere una disaggregazione dei dati regionali del 2022 che si limiti al solo Comune di Ravenna relativamente sia alle ore di straordinario e i giorni di ferie maturate e non godute dal personale medico del comparto sia all’abbandono a diverso titolo del personale stesso al fine di promuovere in Consiglio Comunale una discussione a partire dall’analisi di tali dati anche alla presenza di tutti i principali soggetti istituzionali coinvolti.
Chiara Francesconi approfondisce il problema affermando che «il personale ospedaliero – oltre a contratti nazionali scaduti da anni – versa in una condizione di “superlavoro” accumulando ore e ore di straordinario e numerose giornate di ferie non godute. Per quello che riguarda il personale del comparto dell’Ausl Romagna a fine dicembre 2022 un medico ha fatto in media 105,65 ore di lavoro straordinario non liquidato oltre il termine contrattuale e 55,23 giorni di ferie maturate e non godute (38,47 giorni per i dirigenti sanitari); oltre a ciò è altrettanto rilevante la “fuga” dagli ospedali dei medici per mancanza di personale e turni sempre più logoranti, tant’è che nell’Ausl Romagna continuano ad essere alti i numeri di dimissioni: nel 2022 ne sono complessivamente state presentate 67 (56 a tempo indeterminato e 11 determinato)». L’esponente di Azione sottolinea anche che «l’Ausl Romagna nel complesso ha perso più medici nel reparto di Pronto Soccorso (31) seguito dalla Medicina a parimerito con la Radiodiagnostica/Neuroradiologia (21), dalla Cardiologia (17) e dalla Rianimazione (15). Tali dati portano ad ipotizzare che molte delle motivazioni dell’abbandono possano attenersi più ad aspetti riguardanti le condizioni lavorative e di reparto che a quelli personali. È altresì evidente che la situazione di ore di straordinario nonché ferie maturate e non godute è frutto di anni nei quali l’effetto “trascinamento” ha fatto sì che l’imponenza delle ore di straordinario accumulate e dei giorni di ferie non goduti non siano recuperabili in una situazione ordinaria senza nuove assunzioni se non a fronte di una riduzione nella qualità e quantità dei servizi. Per Azione» conclude Chiara Francesconi «analizzare queste situazioni sui singoli comuni e territori è fondamentale al fine di non mettere seriamente a rischio la tenuta della sanità pubblica e il diritto alla salute dei nostri cittadini: come Consigliere ritengo imprescindibile che la discussione sia portata nei banchi del Consiglio Comunale di Ravenna e si faccia una specifica e seria riflessione sulla situazione ospedaliera della nostra città».”