Francesco Milza rieletto presidente di Confcooperative ER

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Confermato fino al 2024 dai delegati riuniti all’Assemblea svoltasi in modalità mista. “Futuro incerto, la metà delle nostre cooperative prevede cali di fatturato nel 2020. Dobbiamo ripensare modelli produttivi, organizzativi e di erogazione dei servizi”. Rinnovato anche il consiglio regionale: 60 componenti, un terzo le donne.

Secondo mandato pieno per Francesco Milza alla guida di Confcooperative Emilia Romagna, associazione che riunisce 1.580 imprese cooperative con 228.000 soci, 86.000 addetti e un fatturato complessivo di 14,2 miliardi di euro.

L’Assemblea dei delegati riunitasi questa mattina in modalità mista (con una rappresentanza presente al Palazzo della Cooperazione di Bologna nel rispetto delle norme anti-Covid e la restante parte collegata in diretta streaming), ha riconfermato per altri quattro anni la fiducia al presidente uscente Milza, che guiderà l’Organizzazione regionale fino al 2024. La votazione si è svolta al termine dell’Assemblea “Costruttori di bene comune. Bisogni che sfidano il futuro” alla quale sono intervenuti in video-collegamento l’arcivescovo di Bologna card. Matteo Maria Zuppi, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Paola De Micheli e il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini. Presenti, tra gli altri, anche i vertici nazionali di Confcooperative (il presidente Maurizio Gardini, il direttore generale Fabiola Di Loreto, il segretario Marco Venturelli) e i rappresentanti regionali di Legacoop e Agci.

Rinnovato nel corso dell’Assemblea anche il consiglio regionale di Confcooperative Emilia Romagna composto da 60 membri (un terzo le donne) e anche il collegio dei revisori dei conti.

Cinquantasei anni, socio e amministratore delegato della cooperativa di servizi logistici San Martino di Piacenza che dà lavoro a oltre 1.700 persone, Milza inizia così il suo secondo mandato pieno alla presidenza di Confcooperative Emilia Romagna dopo essere subentrato ‘in corsa’ a fine 2013 e dopo la riconferma nel 2016.

“Ringrazio tutti gli amici cooperatori per la fiducia che hanno nuovamente manifestato nei miei confronti – ha dichiarato Milza al termine delle operazioni di voto -. Negli ultimi quattro anni (2016-2019) le imprese del sistema Confcooperative Emilia Romagna hanno creato oltre 10.000 nuovi posti di lavoro (+13,4%), dimostrando tutta la loro vitalità economica e capacità di resilienza. Ma oggi il futuro si presenta molto più incerto. Ci aspettano quattro anni difficili, caratterizzati dalle conseguenze economiche e sociali dell’emergenza sanitaria Covid-19. Dovremo ripensare modelli organizzativi, produttivi e di erogazione dei servizi, dimostrando di essere costruttori di bene comune anche in questa situazione”.

Da un’indagine interna al sistema Confcooperative Emilia Romagna condotta nelle settimane scorse su un campione rappresentativo di circa 300 cooperative, è emerso come il 64% abbia attivato gli ammortizzatori sociali a causa dell’emergenza sanitaria e oltre la metà preveda importanti riduzioni di fatturato per il 2020. In particolare, il 35% prevede un calo di un terzo del volume d’affari, il 20% addirittura parla di un calo del 50%. Inoltre, per il 40% delle cooperative queste riduzioni non saranno recuperabili.

“Questi dati ci confermano la drammaticità del momento che stiamo vivendo – ha detto Milza –, eppure è proprio davanti alle difficoltà che la cooperazione ha sempre dimostrato la validità del suo modello economico inclusivo e mutualistico. Le cooperative nascono e si sviluppano laddove intercettano i bisogni delle comunità e vi rispondono generando un’economia sostenibile capace di redistribuire le risorse e ridurre le disuguaglianze. Lo abbiamo visto in questi quattro anni con le cooperative di comunità sorte nei borghi dell’Appennino, con le cooperative di workers buyout nate per salvare aziende, con la cooperazione sociale che inserisce nel lavoro persone con disabilità generando ogni anno 20 milioni di euro di risparmi per la Pubblica amministrazione in regione, e ancora lo abbiamo visto con la cooperazione agroalimentare che anche grazie alla crescita dell’export è riuscita a garantire un adeguato reddito agli agricoltori. Questa mission al servizio delle comunità va portata avanti anche nella ‘nuova normalità’ in cui oggi siamo immersi, dove i bisogni a cui dare risposta sono incredibilmente aumentati.

“La cooperazione – ha sottolineato Milza – deve farsi trovare pronta sin da subito per questa sfida, insieme agli altri attori economici e alle Istituzioni di ogni livello, alle quali chiediamo sostegno concreto alle imprese a partire da liquidità, investimenti pubblici, vera sburocratizzazione e valorizzazione del sistema integrato pubblico-privato dei servizi”.

Sottolineando l’importanza del Patto per il Lavoro adottato dalla Regione Emilia-Romagna come modello di condivisione costante con le Organizzazioni di categoria, il presidente di Confcooperative Emilia Romagna ha inoltre auspicato la prosecuzione di questo metodo anche in futuro, ricordando come “le decisioni economiche più importanti prese dalla Regione durante questo periodo così drammatico, così come le posizioni nei confronti del Governo, sono sempre state oggetto di confronto”.

Infine, Milza ha ricordato come anche in Emilia-Romagna stia proseguendo il percorso dell’Alleanza delle Cooperative. “Alcune difficoltà ci hanno rallentato – ha detto – ma non ci siamo fermati. Il rapporto con le altre centrali cooperative è costante, a partire dall’attività di rappresentanza che spesso viene portata avanti in maniera condivisa”.

DICHIARAZIONI DEGLI OSPITI

CARD. MATTEO MARIA ZUPPI – ARCIVESCOVO DI BOLOGNA E PRESIDENTE CONFERENZA EPISCOPALE DELL’EMILIA-ROMAGNA

“Ci dimentichiamo troppo facilmente che siamo tutti sulla stessa barca e che qualcuno su questa barca ha bisogno di aiuto, una consapevolezza che invece è propria del Movimento cooperativo. Lo abbiamo imparato durante la pandemia, ma purtroppo già adesso tendiamo a scordarcelo. Non c’è niente di peggio che sprecare la pandemia e restare nella nostra autoreferenzialità.

Papa Francesco nell’omelia di Pentecoste ci ha messo in guardia da tre rischi: il vittimismo che non ci fa cercare con convinzione, il narcisismo che non ci fa guardare negli occhi gli uni degli altri, il pessimismo che ci toglie fiducia e speranza. Sempre il Papa ha accostato la cooperazione all’immagine evangelica delle quattro persone che accompagnano il paralitico: abbiamo bisogno della  forza e del contributo della cooperazione per vivere la Dottrina Sociale della Chiesa con un’unione profonda tra spirituale e sociale”.

STEFANO BONACCINI – PRESIDENTE REGIONE EMILIA-ROMAGNA

“Il Patto per il Lavoro in questi 5 anni ci ha aiutato a recuperare 150.000 posti di lavoro e portare fino al 2019 la disoccupazione al 4,7%, vicino alla soglia fisiologica. Ma con le conseguenze dell’emergenza sanitaria ci troveremo entro fine anno tra i 40 e i 60.000 posti di lavoro perduti. Adesso come non mai la velocità degli interventi è una variabile fondamentale per ricominciare a crescere già nel 2021.

Serve un nuovo Patto per il Lavoro e per il Clima che dobbiamo scrivere insieme per uno sviluppo sostenibile, perché a fare insieme si sbaglia meno. Per questo a breve riconvocheremo le parti sociali. Occorre anche la collaborazione del Governo: abbiamo 4 miliardi di cantieri, opere e infrastrutture da sbloccare e sarebbe gravissimo non utilizzare i fondi del Mes per la nostra sanità”.

PAOLA DE MICHELI – MINISTRO ALLE INFRASTRUTTURE E AI TRASPORTI

“Un piano Marshall europeo che arriva nelle nostre case con questa potenza numerica e valoriale deve essere trasformato dalla nostra intelligenza collettiva in una progettualità che abbia una concretezza maniacale. Dobbiamo sapere che tutto quello che abbiamo pensato in questo tempo deve avere sviluppo concreto nei prossimi mesi per poter diventare progetti finanziabili dai fondi, perché questi progetti devono diventare opportunità di lavoro e di cambio del nostro modello di sviluppo e di organizzazione della società. Rispetto a questa sfida, con tutte le risorse che abbiamo nella nostra disponibilità, chiedo a Confcooperative, al sistema delle imprese dell’Emilia-Romagna e alla filiera del lavoro di essere protagonisti di una progettualità possibile, di una concretezza che ha sempre caratterizzato il nostro mondo della cooperazione”.