“Nei giorni scorsi l’ufficio scolastico regionale dell’Emilia Romagna ha autorizzato un numero di posti aggiuntivi di personale Ausiliario Tecnico Amministrativo (ATA) per il prossimo anno scolastico 2024/2025 pari a 2266 unità così ripartire nelle varie qualifiche professionali:
Assistenti amministrativi 414
Assistenti Tecnici 228
Addetti aziende agrarie 20
Collaboratori scolastici 1602
Cuochi 2

Abbiamo comparato questi numeri con l’organico di fatto autorizzato lo scorso anno che era di 2479 unità.
Rileviamo quindi una significativa riduzione di posti pari a -213 che appare incomprensibile tenuto conto delle sostanziose richieste effettuate dai dirigenti scolastici.

Infatti, registriamo segnalazioni preoccupate che denunciano la riduzione dei posti.

“L’anno scolastico parte male. Risulta incomprensibile una riduzione dei posti del 10% rispetto a quelli dello scorso anno – dichiara Monica Ottaviani Segretaria Generale FLC CGIL Emilia Romagna – soprattutto se si pensa che questo personale garantisce l’assistenza, la sorveglianza, la pulizia, l’attivazione dei laboratori, l’organizzazione e la gestione delle complesse procedure per garantire non solo l’apertura delle scuole ma anche il suo buon
funzionamento.”

A questo problema, che assume anche un rilievo di tipo occupazionale non trascurabile, si aggiunge anche lo slittamento dei tempi per il conferimento delle supplenze – continua la sindacalista.

Non si può pensare che la scuola pubblica dell’Emilia Romagna continui ad arretrare nei numeri e nella qualità.

E’ importante in questa fase, l’attenzione dei sindaci e della Regione per rivendicare, insieme alla rappresentanza delle lavoratrici e dei lavoratori del settore, una scuola di qualità, sicura, garante del diritto allo studio ma anche del diritto al lavoro e di un lavoro dignitoso.

Sono 82 le scuole senza dirigente scolastico affidate a reggenza. 158 le scuole senza Direttore dei servizi amministrativi e che andranno a supplenza.

Sono migliaia i posti scoperti per le mancate nomine in ruolo e saranno migliaia i supplenti che aspettano di vedere la loro posizione stabilizzarsi.

Non si può andare avanti così.

E non bastano più la denunce e l’indignazione.

Serve un deciso cambio di passo che rimetta al centro del dibattito la scuola pubblica statale e la sua funzione sociale e democratica.”