“La settimana scorsa abbiamo denunciato i gravi ritardi e le criticità che la scuola sta attraversando in vista del nuovo anno scolastico che è alle porte.
Questo anno, più che nel passato, a seguito delle lentezze del sistema anche a causa delle difficoltà nella pubblicazione delle graduatorie dei concorsi. Abbiamo denunciato la necessità di rivedere le procedure e le tempistiche del reclutamento del personale oltre alla necessità di aumentare gli organici per dare stabilità sia al personale che alla scuola nel suo complesso. La scuola dell’Emilia Romagna è sempre più precaria. Limitate sono le immissioni in ruolo sia per il personale ATA che per i docenti.
Sono infatti poco più di 750 i posti per i ruoli degli ATA distribuiti nelle varie tipologie professionali. Solo il 30% dei posti vacanti e disponibili a fronte di circa 2500 posti liberi a cui si aggiungeranno ulteriori posti per le supplenze. Ad oggi, infatti, non si conoscono I posti dell’organico di fatto necessari alla ripartenza dell’anno scolastico nelle segreterie, per garantire la sicurezza all’interno degli ambienti scolastici e il necessario supporto agli studenti più in difficoltà. Queste incertezze non fanno bene alla scuola e i ritardi provocheranno slittamenti anche nell’attribuzione delle supplenze.
Per il personale docente sono solo 3286 i posti autorizzati nelle varie discipline disponibili, anche qui, a fronte di disponibilità di gran lunga superiori.
Il meccanismo complesso, i tempi ristretti nella scelta delle province, la stratificazione delle nomine sulle diverse tipologie concorsuali, l’esclusione di coloro che hanno vinto un concorso nel 2020 genereranno inevitabilmente dei contenziosi che trascineranno la scuola nel caos fino a gennaio prossimo e genereranno cambi di personale e conseguentemente la carenza di continuità didattica.
Anche sul sostegno la situazione è critica per l’esiguità dei posti su cui è possibile effettuare le nomine in ruolo che sono poco più 1000 a fronte di posti vacanti che sono almeno il triplo. A questa situazione sui ruoli, si sommano le criticità relative alle supplenze che saranno diverse migliaia e di cui al momento non abbiamo precisa contezza.
Siamo di fronte ad una vera e propria emergenza che come ogni anno, puntualmente si ripete, anzi si aggrava, per l’incapacità di adottare meccanismi di reclutamento tempestivi, certi e rispettosi degli aventi diritto. Chi ne subirà le conseguenze non sarà solo il personale ma anche gli studenti dei vari ordini di scuola a cui non potrà essere garantita la continuità didattica. Non bastano più l’indignazione e la denuncia: servono politiche pubbliche a sostegno della scuola della Costituzione. Così il rischio è la riduzione del perimetro pubblico e una scuola di scarsa qualità. A pensarla male qualche volta ci di prende.”