15 le scuole interessate, nella provincia di Ravenna, dagli esami di Stato: 5 istituti ricompresi nell’area faentina e 10 ubicati a Ravenna e Cervia. Nei giorni scorsi sono state ricevute parecchie segnalazioni da docenti coinvolti come commissari agli esami di maturità. “La denuncia” – commenta la segretaria generale provinciale Flc Cgil Marcella D’Angelo – “riguarda la quota di compenso che gli stessi commissari devono percepire in virtù del tragitto extra-comunale che devono percorrere per raggiungere la sede di esame e ritorno. La normativa vigente prevede che se la sede d’esame è raggiungibile in non più di 30 minuti usufruendo di mezzi pubblici (lo stesso vale per il ritorno), il compenso sarà ricondotto alla fascia A, se si superano i 30 minuti invece sarà ricondotto alla fascia B. Il problema nasce dal tragitto di ritorno Faenza/Ravenna o Ravenna/Faenza”.
“Di fatto la sede di Faenza è raggiungibile con un treno che da Ravenna impiega 30 minuti esatti, analogamente la sede di Ravenna, raggiungibile da Faenza in altrettanti 30 minuti, ma per il tragitto di ritorno non si può in alcun modo pretendere”, continua la D’Angelo, “che i docenti commissari rimangano in attesa per ore prima di trovare un treno che impieghi meno di 30 minuti per riportarli a casa. I commissari di fatto terminano il loro servizio orientativamente alle 13,00 e li si costringerebbe a prendere i treni che partono da Faenza alle 18,23 e da Ravenna alle 17,18. Quando vi sono ben 4 treni da Ravenna a Faenza e addirittura 6 da Faenza a Ravenna nell’orario ricompreso tra le 13,00 e le 17,18 e 18,23. Abbiamo segnalato all’ufficio scolastico territoriale di Ravenna la grave anomalia, senza peraltro ottenere alcun tipo di risposta accettabile e tante sono state le mail inviate allo stesso da parte di alcuni docenti commissari. Chi lavora va pagato e non sequestrato dallo stesso lavoro”, conclude la FLC Cgil di Ravenna, “e non si sta chiedendo nulla in più rispetto a quanto previsto dalla normativa vigente. Gli esami di Stato rappresentano un traguardo eccezionale nelle vite dei nostri giovani, per questo riteniamo corretto sensibilizzare l’opinione pubblica anche su questo versante. Fare cassa con la scuola non può diventare prassi”.