La Polizia di Stato ha arrestato tre cittadini italiani di 19, 20 e 21 anni, per i reati di possesso di segni distintivi contraffatti, usurpazione di titoli o di onori e porto di armi od oggetti atti ad offendere.
Nella serata di ieri 23 marzo, a S. Agata sul Santerno, durante un servizio straordinario di controllo del territorio disposto dal Questore di Ravenna, personale del Commissariato di Lugo e del Reparto Prevenzione Crimine di Bologna, procedeva al controllo di un’auto, riconosciuta dai poliziotti perché oggetto di ricerche.
Infatti, la Polizia Stradale di Bologna, nei giorni scorsi aveva diramato una nota di ricerca relativa a un’auto, che era stata vista percorrere l’autostrada A1 nei pressi di Pian del Voglio con azionato un dispositivo lampeggiante di emergenza, simile a quello utilizzato dalle forze dell’ordine.
Poiché dai primi accertamenti l’auto non risultava in uso ad alcuna forza di polizia, veniva diramata una segnalazione per le ricerche del veicolo.
A bordo dell’auto venivano identificati tre giovani italiani di 19, 21 e 20 anni, quest’ultimo gravato da numerosi precedenti per reati contro il patrimonio.
Nella diponibilità di due di loro, i poliziotti hanno rinvenuto due tesserini sanitari del 118, che sono stati sequestrati perché risultati falsi.
All’interno dell’auto gli agenti hanno rinvenuto e sequestrato una pistola ad aria compressa priva del tappo rosso, due lampeggianti di emergenza e tre radio ricetrasmittenti.
Al termine delle perquisizioni effettuate dai poliziotti nelle abitazioni dei giovani, sono stati rinvenuti e sequestrati un manganello telescopico, altri capi di abbigliamento del 118 e un falso tesserino simile a quelli ritrovati in precedenza.
I tre sono stati accompagnati in carcere in stato di arresto per i reati di possesso di segni distintivi contraffatti, usurpazione di titoli o di onori e porto di armi od oggetti atti ad offendere e sanzionati per la violazione delle norme finalizzate al contenimento dell’emergenza sanitaria in corso.
Le indagini sono coordinate dalla Dr.ssa Angela Scorza della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ravenna.