“Per i dipendenti della Lafert è partita la procedura di licenziamento collettivo e domani mattina è in programma un’assemblea sindacale che coinvolgerà tutte le lavoratrici e i lavoratori e i rappresentanti sindacali di Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil.
La notizia della prossima chiusura dello stabilimento di Fusignano è stata data lunedì 13 gennaio dai vertici dell’azienda attraverso una pec certificata. Il provvedimento è inoltre stato comunicato nel corso di un incontro con lavoratori e lavoratrici e le Rsu e interessa lo stabilimento di Fusignano, già noto come Icme, che da decenniproduce motori elettrici. Lo stabilimento è stato incorporato per fusione a inizio 2023 all’interno della stessa Lafert, che ha sede a San Donà di Piave e a sua volta fa parte della multinazionale giapponese Sumitomo.
Il sito produttivo di Fusignano da quasi due anni registrava un calo di ordini e di conseguenza dall’aprile 2023 aveva attivato la cassa integrazione ordinaria conun’incidenza di circa 6 giornate al mese.
“Il ricorso alla cassa integrazione ordinaria si era esaurito, per decisione dell’azienda, negli ultimi mesi del 2024, nonostante fossero a disposizione della Lafert ancora diverse settimane dell’ammortizzatore – commentano Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil -. Inoltre, negli ultimi incontri con i sindacati, i vertici aziendali non avevano comunicato alcuna ipotesi di chiusura dello stabilimento. Anzi avevano sempre rassicurato sul fatto di impegnarsi per recuperare competitività e produttività per il sito produttivo. Ora invece, con la chiusura della struttura di Fusignano, l’azienda trasferirà la sua produzione a San Donà di Piave, di fatto lasciando senza prospettive 60 persone e le loro famiglie, che comprensibilmente sono state travolte da questa notizia inaspettata. Nel corso dell’assemblea in programma domani, ci confronteremo con i lavoratori e decideremo le azioni da intraprendere per tutelare tutte le persone coinvolte. Difenderemo i posti di lavoro, nella speranza di far ritornare l’azienda sui suoi passi. Ci sono 60 famiglie coinvolte e la situazione è ancora più drammatica se pensiamo che in più casi ci sono marito e moglie entrambi dipendenti dell’azienda”
Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil ritengono inaccettabile che, a due anni dall’incorporazione, un’azienda solida come la Lafert decida di scaricare i risultati negativi sulavoratrici e lavoratori e di conseguenza sul territorio e sulla comunità di Fusignano: “Ci impegneremo per tutelare la posizione dei lavoratori, con tutti i mezzi a nostra disposizione e coinvolgendo anche le istituzioni locali e regionali, con l’obiettivo di far ritornare sulla propria decisione un’azienda solida che ha tutte le possibilità ecapacità di superare un periodo di difficoltà”.