Lo chiamano Irondad perché è un papà e perché gareggia negli IronMan, un triathlon che prevede 3,8 km di nuoto, 180 km in bicicletta, 42,195 km, la classica maratona, di corsa. E lo fa per aiutare i bambini. Filippo Minuto, ingegnere, 42 anni, di Genova, ci spiega perché: «Il 14 ottobre 2015 la vita mia e della mia famiglia è cambiata: alla nostra terzogenita, Guia, di soli 3 mesi, è stato diagnosticato un Neuroblastoma al 4^ stadio, il più avanzato e il più pericoloso. Siamo precipitati in un incubo». Subito per Guia e la sua famiglia è iniziato un percorso doloroso, fatto di 8 cicli di chemio, l’ultimo il giorno di Natale 2015, trapianto di cellule, radioterapie. Un percorso che Filippo e la moglie Isabella hanno affrontato con grande forza: «Lo dovevamo a Guia, ma anche agli altri nostri figli, che dovevano continuare ad avere una vita per quanto possibile “normale”; affidarsi ai piccoli gesti quotidiani ci ha salvato, grazie anche all’aiuto di mia suocera e dello straordinario staff dell’Ospedale G. Gaslini di Genova».

Il 23 agosto 2016 l’incubo sembra svanire: «Le cure avevano avuto effetto e quel giorno abbiamo tolto il catetere a Guia: un gesto che per noi ha voluto dire tornare a una nuova vita; ora Guia sta bene, ma ogni tre mesi abbiamo un controllo».

Quel lungo periodo in ospedale ha lasciato in Filippo un segno indelebile: «Hai tra le braccia la tua piccola che piange e tu non puoi far nulla… ti senti vuoto, inutile. E la sensazione era la medesima quando sentivo il pianto degli altri bambini, perché in questi casi non c’è un io o un voi, c’è solo un Noi. Ho deciso che dovevo fare qualcosa per contribuire a fermare questa malattia, e il modo più efficace era aiutare l’Associazione Italiana per la Lotta al Neuroblastoma a sostenere i progetti di ricerca scientifica, che sono l’unica arma a nostra disposizione: la ricerca, infatti, aveva salvato mia figlia».

Mentre Filippo si adoperava per raccogliere fondi in tutti i modi – «Ho organizzato gli eventi più diversi e ho fatto davvero di tutto» racconta sorridendo – in lui si concretizzava l’idea del triathlon: «Mentre Guia era ancora in ospedale avevo detto al mio amico Timothy “se esco di qui faccio un mezzo IronMan”, lui mi ha guardato e mi ha risposto: “perché mezzo? Fallo intero!” L’ho preso in parola». La prima esperienza è stata più che positiva: nel 2017, a Vichy, in Francia, Filippo Minuto ha terminato la sua prova in 10h57’, ben al di sotto della sua previsione, ma soprattutto ha raccolto circa 80.000 €, grazie al crowdfunding! Ora Irondad ci riprova: «Il 21 settembre sarò a Cervia per l’IronMan Italy Emilia Romagna, con il duplice obiettivo di battere il mio record ma soprattutto di raccogliere ancora più risorse per i progetti di ricerca sostenuti da Associazione NB: tutti possono aiutarci, basta “scommettere” su di me! Sul sito www.neuroblastoma.org troverete tutte le informazioni a riguardo. Uniti possiamo farcela!»