In data 9 novembre 2021 la Corte di Appello di Bologna Sezione Lavoro con sentenza n. 912/2021 ha respinto l’appello proposto da SICIS S.r.l, nei confronti di Filctem-CGIL e Uiltec-UIL, avverso la sentenza del Tribunale di Ravenna n. 618/2019 per comportamento antisindacale ex art. 28 c. 1 Legge 300/70.
Ricordiamo che il 28 maggio del 2019 il Tribunale di Ravenna aveva giudicato antisindacali i comportamenti messi in atto da SICIS S.r.l nell’ambito di un atteggiamento di generale rifiuto delle relazioni sindacali, ponendo in essere condotte ostruzionistiche, in occasione delle elezioni delle RSU.
SICIS S.r.l aveva infatti collocato in ferie forzate le candidate Cgil per due settimane per poi allontanarle dal loro usuale posto di lavoro mediante trasferimento presso un diverso stabilimento, ed aveva inoltre collocato il seggio per le elezioni in luogo defilato e laterale, poco visibile e sconosciuto ai più nella sola sede di via Canala e non nello stabilimento di via Monti, ove erano state trasferite le candidate e le principali attiviste sindacali presidiandolo da telecamere collocate in posizione tale da ritrarre tutti i lavoratori che si recavano all’interno del seggio per votare.
Aveva posto in essere pressioni sui lavoratori sia prima che dopo le votazioni con esplicite richieste ad alcuni lavoratori di ritiro del voto espresso, l’affissione in bacheca di un documento in cui dichiarava la non validità delle elezioni per mancato raggiungimento del quorum, aveva dato corso a procedimenti disciplinari palesemente strumentali alle candidate elette per scarso rendimento con motivazioni del tutto pretestuose e tentato di impedire e ritardare le assemblee regolarmente richieste dalle organizzazioni sindacali.
Anche la Corte di Appello di Bologna, dopo la sentenza del Tribunale di Ravenna, condanna inequivocabilmente il comportamento antisindacale di un’azienda che si rappresenta al grande pubblico nazionale e della nostra città come eccellenza di imprenditoria e che pretende giustizia nei tribunali internazionali facendosi giustamente paladina del Made in Italy nel mondo.
E’ di pochi mesi fa la sentenza a favore di SICIS S.r.l presso un Tribunale cinese, lo stesso A.U Placuzzi, commentando la sentenza, ha dichiarato: “Sa, uno ti può pestare i piedi una, due volte, ma poi devi reagire. Io dovevo tutelare la mia azienda e le persone che ci lavorano”.
La caparbietà del sig. Placuzzi, fondatore e amministratore unico della SICIS S.r.l. di Ravenna, gli ha dato ragione. “Sono stufo, non mi importa quanto mi costerà – si legge in una mail inviata ai suoi legali all’inizio della vicenda –: voglio giustizia”(fonte Il Sole 24 ore).
Tra l’altro il tribunale cinese ha riconosciuto all’azienda oltre un milione di dollari di risarcimento; tutto giusto e legittimo, perché quando si sbaglia si paga e la giustizia non deve fare sconti a nessuno.
Su questo siamo esattamente della stessa opinione ed è per questo che dopo l’ennesima sentenza che condanna SICIS S.r.l per condotta antisindacale occorre cambiare atteggiamento e pensare concretamente ai propri dipendenti garantendo loro la libera possibilità di essere iscritti al sindacato ed esercitare i propri diritti senza temere ritorsioni.
Ritorsioni che i dipendenti stanno ancora subendo a distanza di tre anni dalla prima sentenza; l’imprenditore deve confrontarsi con le organizzazioni sindacali in un clima di dialogo costruttivo per il bene dell’azienda e dei lavoratori che ne fanno parte integrante.
Il 26 ottobre 2021 i sindacati hanno firmato un accordo che ha consentito ad 11 lavoratrici/tori di lasciare l’azienda a fronte di un incentivo all’esodo; la maggior parte di loro aveva da tempo maturato l’idea di lasciare il posto di lavoro perché il clima già difficile si è reso in questi anni ancora più pesante.
Nonostante altri lavoratori avessero chiesto di aderire all’accordo per uscire dall’azienda, la direzione aziendale ha negato loro questa possibilità per poi aprire una cassa integrazione ordinaria e sospenderli a zero ore invece di farli lavorare.
Tutto ciò è inammissibile ed è l’ennesima prova di assoluta mancanza di sensibilità nei confronti dei propri dipendenti.
La causa intentata e legittimamente vinta in due diversi gradi di giudizio ha relegato le lavoratrici del reparto retinatura, unico ad essersi ribellato al sistema padronale vigente in azienda, al ruolo di reiette e finora la paura di ritorsioni è talmente forte ed il clima in azienda così intimidatorio che nessun altro lavoratore anche appartenente ad altri reparti ha mostrato solidarietà per il timore di subire conseguenze.
Queste donne ci insegnano nuovamente cosa significa lottare per i propri diritti qui a Ravenna nel 2022 in un’azienda “moderna”; hanno pagato e continuano a pagare per avere chiesto di poter eleggere le proprie rappresentanti e portare le proprie istanze alla proprietà: programmazione di ferie e permessi, orario di lavoro, premio produzione e clima più democratico.
Questo volevano le lavoratrici di SICIS S.r.l. e lo vogliono ancora.
La Cina ha copiato i mosaici di SICIS S.r.l. e la giustizia lo ha riconosciuto, SICIS S.r.l. non ha rispettato i diritti dei lavoratori e la giustizia lo ha riconosciuto a sua volta, ci aspettiamo che anche SICIS S.r.l. rispetti la sentenza e interrompa ogni condotta antisindacale e dia finalmente pieno rispetto ai diritti dei lavoratori e delle loro rappresentanze.