Cambia l’orchestra, ma la musica è sempre la stessa. Siamo stati contattati da diverse famiglie che aspettano con disperata urgenza il pagamento dell’indennità di 1.600 euro a sostegno ed integrazione del reddito perso durante la pandemia, che il decreto Sostegni bis, in vigore dal 26 maggio, ha concesso ai lavoratori stagionali del turismo e degli stabilimenti termali, ai somministrati, agli autonomi occasionali, agli intermittenti, ai lavoratori dello spettacolo e ai venditori a domicilio.
Avevano promesso che il pagamento sarebbe stato rapido, tramite bonifico, senza alcun bisogno di circolari applicative, per tutti coloro che avevano già ricevuto il bonus da 2.400 euro introdotto con il decreto Sostegni 1 a marzo. Si era però arrivati al 16 giugno per sapere dall’Inps che il versamento sarebbe stato automatico.
Nei giorni scorsi, l’Istituto aveva poi annunciato che i pagamenti erano “in elaborazione” e i soldi sarebbero arrivati sul conto corrente tra lo scorso weekend e i primi giorni di questa settimana. Ma finora nessuno ha ricevuto il bonifico e neppure sa quando arriverà. Ancora peggio va a chi, non avendo beneficiato di alcun tipo di sostegno, avrebbe dovuto fare domanda per ricevere quello attuale di 1.600 euro. Non ne è stata infatti ancora attivata l’annunciata procedura online.
Abbiamo voluto verificare la situazione di persona telefonando al call-center dell’Inps nazionale, da cui ci hanno risposto che i pagamenti partiranno a breve, ma non sanno quando. Per le nuove domande non c’è ancora la circolare interna che chiarisca i tempi e modi per presentarle. Abbiamo voluto fare la stessa prova con lo sportello dell’Inps provinciale, ricevendo risposta che i pagamenti vengono effettuati a livello nazionale, ma non sono in grado di fornire ulteriori informazioni. Abbiamo anche contattato alcuni patronati del nostro territorio, anche loro in attesa di chiarimenti da parte dell’Inps di Ravenna, che a sua volta è in attesa di chiarimenti interni non si sa da chi.
È veramente imbarazzante constatare come la politica degli annunci non corrisponda quasi mai alla realtà dei fatti, anche quando è rivolta a fronteggiare bisogni essenziali e urgenti di famiglie che la pandemia ha penalizzato con la perdita di reddito da lavoro stagionale o comunque precario e saltuario, come ce ne sono tante a Ravenna nel settore del turismo e non solo. Il minimo che si possa pretendere è che vengano date risposte chiare e immediate alle richieste di serietà.