Arrestati due imprenditori di una società nautica, fallita per bancarotta fraudolenta

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Oggi, lunedì 25 marzo, alle prime ore del mattino, i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Ravenna hanno arrestato due coniugi imprenditori (classe 1959), il marito amministratore della società e la moglie Vice Presidente del consiglio d’amministrazione, originari della provincia di Forlì ma attivi da molti anni nel ravennate, indagati per bancarotta fraudolenta e omesso versamento di ritenute fiscali.

Le operazioni svolte dalle Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Ravenna hanno fatto luce sulla frode di una importante società, la Marittima S.p.A., creata nel 2015 (ex Arimar, dal 1988), con sede a Cervia, già operante a livello nazionale nella costruzione di imbarcazioni a motore e a vela, zattere di salvataggio, motori marini, strumentazione elettronica navale e arredamento nautico, deliberatamente condotta al fallimento attraverso una sistematica opera di spoliazione del patrimonio aziendale.

I due coniugi imprenditori nel periodo 2013-2015, avrebbero distratto dalla società circa € 10.000.000, facendoli confluire verso una società tunisina, dagli stessi controllata, attraverso una serie di operazioni commerciali pianificate ad arte, quali pagamenti per lavori su barche mai eseguiti, acquisizione di partecipazioni della società estera dal valore quasi nullo per circa € 3.200.000, nonché mediante la riduzione e poi l’annullamento di un credito commerciale vantato per oltre € 4.000.000.

Nel 2016 gli stessi indagati avevano tentato di svuotare le casse societarie con prelevanti di contante, emissione di assegni circolari e richiesta di bonifici a favore di una società con sede a Dubai per ulteriori € 7.200.000, operazioni in parte non andate a buon fine in quanto non eseguite dagli istituti di credito, nel frattempo informati della procedura concorsuale in atto.

Nel 2015, gli indagati di Marittima S.p.A. hanno ceduto regolarmente l’azienda a nuovi soggetti estranei agli illeciti finanziari, così da non far scadere i brevetti e senza farli confluire nella procedura fallimentare.