Il classico programma delle tre serate con il grande scalatore Matteo Della Bordella, la sciatrice italiana più forte di sempre Deborah Compagnoni e la sua Santa Caterina Valfurva, il fotografo naturalista Alessandro Gruzza, l’esploratore e scrittore Mario Corradini. Presentazione del Museo delle Scienze di Trento e dei Mondiali junior pattinaggio e sci a Pinè e Val di Fassa
La Festa della Montagna U.O.E.I. ogni anno regala sorprese e novità, portando avanti una missione: raccontare quel mondo in tutte le sue espressioni, dall’arte alla fotografia, dalla letteratura allo sport, attraverso la presenza e le testimonianze di grandi protagonisti.
E’ così anche per la 52 esima edizione della manifestazione patrocinata dalla Regione Emilia-Romagna e dal Comune di Faenza, che si svilupperà sempre nella cornice della sala “Zanelli” al centro fieristico di viale Risorgimento, con un programma di tre serate tutte con inizio alle ore 21.
Dal 25 al 27 ottobre, la “Festa della Montagna” ritornerà per tre consecutive serate.
Giovedì 25 ottobre è atteso l’alpinista varesino Matteo Della Bordella, che ha aperto nuove vie sulle pareti più remote e difficili del pianeta.
Laureato in ingegneria gestionale, 34 anni, ha avuto le prime esperienze in montagna con il padre Fabio. Si è dedicato innanzitutto alle vie classiche di media difficoltà. Nel 2003 ha ripetuto varie vie di VI grado sulle Alpi, tra cui la Philipp-Flamm sul monte Civetta, la Vinatzer-Messner in Marmolada, la Cassin sul Pizzo Badile e la Bonatti-Ghigo sul Grand Capucin. Nel 2005 ha salito a vista la via Attraverso il Pesce sulla Marmolada, nel giorno del suo compleanno e accompagnato dal padre. Nello stesso anno ha aperto in Wendenstöcke Portami Via in compagnia di Fabio Palma, ripetuta soltanto da Ueli Steck, Simon Anthamatten e Tommy Caldwell. Dal 2006 è diventato membro dei Ragni di Lecco, associazione alpinistica di antica tradizione, fondata nel 1946, e due anni dopo del Club Alpino Accademico Italiano (CAAI). Per due anni consecutivi ha vinto il Premio Cassin per la categoria alpinismo: nel 2008 per la via Coelophysis aperta con Fabio Palma in Wendenstöcke, e nel 2009 per la spedizione in Groenlandia. Ha aperto vie nuove in Groenlandia, Messico, Wendenstöcke, Svizzera, Baffin, Pakistan. Nel 2015 ha ricevuto il premio “Grignetta d’oro”, per il miglior alpinista italiano sulla base dell’attività svolta nei due anni precedenti. Per due volte ha ricevuto il prestigioso premio “Paolo Consiglio”: per l’alpinismo esplorativo e tecnico: nel 2014 per la salita con Luca Schiera della via “Notti Magiche” sulla parete Ovest del Cerro Torre e nel 2018 per l’ultima impresa in Patagonia al Cerro Riso Patron con Silvan Schüpbach,
Della Bordella, che è presidente dei Ragni di Lecco dal marzo 2018, propone alla Festa della Montagna le sue avventure alpinistiche in giro per il mondo, in particolare le sue più recenti spedizioni extra-europee in Patagonia, dalla Torre Egger, al Fitz Roy, al Cerro Murallon e al Cerro Riso Patron e all’Isola di Baffin.
Venerdì 26 ottobre arriverà a Faenza la campionissima dello sci Deborah Compagnoni. Originaria della Valtellina, nata a Bormio nel 1970, è cresciuta e ha vissuto a Santa Caterina Valfurva. E’ stata la prima atleta ad aver vinto una medaglia d’oro in tre diverse edizioni dei Giochi olimpici invernali nella storia dello sci alpino.
Nonostante alcuni gravi infortuni che ne hanno limitato l’attività, è stata la più vittoriosa sciatrice italiana di tutti i tempi. Negli anni in cui ha potuto dimostrare compiutamente pieno il suo talento e la sua classe, Deborah ha dominato la scena agonistica internazionale, in particolare in slalom gigante dove tra il 1994 e il 1998 ha conquistato tutti gli ori tra Olimpiadi e Mondiali.
Ha conquistato la Coppa del Mondo di slalom gigante nel 1997 ed è stata quarta in classifica generale nello stesso anno e nel 1998. Sempre in Coppa del Mondo è salita 44 volte sul podio: sedici vittorie (13 in gigante, due in supergigante e una in speciale), 15 secondi e 13 terzi posti. Tra le sue imprese va ricordata la striscia di nove vittorie consecutive in slalom gigante nel 1997-1998 (otto in Coppa del Mondo più una ai Mondiali di Sestriere) e il distacco abissale di 3”41 inflitto alla seconda classificata, Alexandra Meissnitzer, nel gigante di Park City del novembre 1997.
Nel suo incredibile palmares, spiccano le 4 medaglie alle Olimpiadi: 3 ori (supergigante ad Albertville 1992; slalom gigante a Lillehammer 1994; slalom gigante a Nagano 1998) e 1 argento (slalom speciale a Nagano 1998) e le 3 medaglie d’oro ai Campionati mondiali: slalom gigante a Sierra Nevada 1996; gigante e slalom speciale a Sestriere 1997. A inizio carriera, aveva conquistato tre medaglie ai Mondiali juniores: 1 oro (gigante a Sälen/Hemsedal 1987) e 2 bronzi (discesa libera a Bad Kleinkirchheim 1986 e a Sälen/Hemsedal 1987).
Numerosi i suoi successi ai Campionati italiani: nel 1989 vinse la medaglia d’oro in tutte e quattro le specialità dello sci alpino moderno.
Per i suoi meriti sportivi è entrata a far parte della ristretta cerchia degli atleti della Hall of Fame della FISI ricevendo il riconoscimento dal presidente federale Flavio Roda.
Ritiratasi al termine della stagione del 1999 per dedicarsi alla famiglia e trasferitasi in Veneto, Deborah Compagnoni non perde il legame con le montagne di casa, la sua adorata Santa Caterina Valfurva, sede di gare di Coppa del Mondo da molti anni.
Qui le è stata dedicata una pista da sci, e qui nel 2002, tre anni dopo il termine della sua carriera agonistica, Deborah ha fondato con alcuni amici, Sciare per la vita, associazione filantropica onlus dedicata alla lotta contro la leucemia.
Assieme a Pietro Vitalini compaesano ed ex discesista azzurro, Deborah Compagnoni, organizza ogni fine stagione invernale una gara benefica “Sciare con i campioni”, che, nel 2018, è giunta alla XVI edizione. La manifestazione coinvolge olimpionici e campioni dello sport per la raccolta di fondi da destinare a sostegno di enti ed associazioni che operano nel settore della ricerca e della cura delle malattie leucemiche.
A completare l’incontro, le immagini spettacolari di Alessandro Gruzza fotografo naturalista che desidera trasmettere la magnificenza del creato attraverso immagini in grado di generare un senso di rispetto e protezione. Nato a Trento nel 1971, Gruzza ha conseguito la laurea in ingegneria dei materiali. Dopo diversi anni come imprenditore di un’azienda di servizi informatici, ha scelto di trasformare la passione in attività lavorativa
Fotografo professionista, ha vinto il secondo premio del concorso National Geographic Nature Photographer of the Year 2016 e il suo libro “Sentieri di Luce” si è classificato secondo nella categoria Libri-Natura del concorso International Photography Awards 2014.
Ha realizzato il calendario ufficiale 2014 della Fondazione Dolomiti Unesco. Organizza workshop fotografici sui “Monti Pallidi”, e Faenza porterà in anteprima la sua ultima realizzazione, il libro “La voce delle Dolomiti” un dialogo tra la straordinaria bellezza del paesaggio dolomitico e un fotografo in ascolto dei suoi messaggi preziosi.
La serata è dedicata ai 50 anni dalla fondazione dello Sci Club dell’U.O.E.I. che gode di una ritrovata vitalità grazie ai successi sulle piste dai giovani dello Junior Ski Team.
Finale dedicato all’avventura e alla fotografia per i 30 anni della pubblicazione “Il Sentiero” dell’UOEI Faenza, sabato 27 ottobre.
“Il mio Nepal” è il documentario che sarà proposto da Mario Corradini. Buon conoscitore delle montagne di casa del suo Trentino, ha spinto la sua attività oltre i monti di “casa” e dell’arco alpino: dalle granitiche pareti degli Alti Tatra in Slovakia agli Alti Tauri in Austria, dalla Sierra Nevada in Spagna, Teide a Tenerife, Fogo a Cabo Verde, Pico nelle Azzorre, al monte Olimpo in Grecia, sul Kilimanjaro in Tanzania e sul Carihuayrazo e sull’Illiniza in Ecuador. Nel 1992 partecipò alla spedizione internazionale al Manaslu (8163 metri), e in Himalaya si reca ogni anno. E’ stato membro e presidente della giuria di diversi Filmfestival Internazionali. È socio accademico del GISM (Gruppo Italiano Scrittori di Montagna). Nel 2011 ha costituito l’associazione Ciao-Namastè per aiutare comunità o persone bisognose ed ha aperto sette scuole in Nepal.
Sempre di Trentino si parlerà con il MUSE, il Museo delle Scienze di Trento, attraverso l’intervento scientifico di Christian Casarotto, glaciologo, ricercatore e curatore del piano +4 e della mostra temporanea, in corso fino al 23 marzo 2019, intitolata “Ghiacciai” che comunicherà le attrattive del museo che ha antiche origini e dalla apertura nella nuova sede, all’interno dell’area di riqualificazione urbana del Quartiere Le Albere, il 27 luglio 2013, ha avuto un grandissimo successo di pubblico grazie a un continuo sviluppo di iniziative.
E per finire, presentazione in anteprima dei due eventi sportivi mondiali giovanili che si svolgeranno in Trentino nel mese di febbraio 2019.
Dal 15 al 17 toccherà al pattinaggio velocità con la 48esima edizione del Mondiale Juniores a Baselga di Pinè, quindi dal 18 al 27 febbraio sarà la Val di Fassa a ospitare la 38esima edizione dei Mondiali Junior di sci alpino.
Durante le tre serate, sarà reso omaggio, attraverso l’esposizione di riproduzioni di quadri con vedute delle Dolomiti, al pittore cadorino Guglielmo Talamini di cui si sta concludendo la doppia mostra al Palazzo della Magnifica Comunità di Cadore a Pieve di Cadore (Belluno) e al Museo civico di Asolo (Treviso), in occasione del centenario della morte, nel 1918 a Faenza, città natale della moglie, la nobildonna Angelina Acquaviva.