“Ad un anno di distanza dall’alluvione che ha interessato la Romagna e la nostra città, vediamo un territorio che ha saputo rialzarsi. Fondamentale è stata la caparbietà dei romagnoli, ma anche l’aiuto del Governo, che si è subito attivato. Le somme urgenze, infatti, sono state subito rimborsate, i risarcimenti ai privati stanno iniziando ad arrivare e 3,5 miliardi sono stati stanziati per la manutenzione del territorio. Cosa che avrebbe dovuto fare la regione.

Il territorio è stato infatti dimenticato per decenni e solo adesso iniziamo a vedere alvei dei fiumi puliti, solo adesso vediamo l’acqua. Per quale motivo prima i corsi d’acqua erano delle giungle? Se i fiumi fossero stati puliti come iniziano ad essere adesso, avremmo avuto gli stessi danni? La risposta è scontata. Come è scontato un altro fatto che riguarda principalmente il nostro comune. Le zone alluvionate del nostro territorio hanno avuto allagamenti provenienti da esondazioni avvenute in altri comuni e l’acqua ha impiegato giorni ad arrivare. Per quale motivo le persone di Fornace Zarattini non sono state avvisate dell’arrivo, lungo il Canale Magni dell’acqua esondata a Faenza? Se queste persone fossero state avvisate avrebbero avuto il tempo di salvare parte del mobilio alluvionato, molte aziende avrebbero potuto spostare il materiale. Purtroppo l’avviso è stato dato solo quando c’erano parecchi centimetri di acqua nelle strade. Oggi le stesse amministrazioni che lamentano ritardi per il pagamento dei danni sui beni mobili, se avessero avuto comportamenti differenti, forse molte migliaia di persone oggi non dovrebbero chiedere risarcimenti per il mobilio. Purtroppo è più facile puntare il dito contro qualcun altro piuttosto che assumersi le proprie responsabilità, cosa che vediamo anche oggi quando a seguito di un temporale, abbiamo strade allagate. Allagamenti non dovuti al cambiamento climatico, ma alle fogne che non sono state pulite.”