“A distanza di alcune settimane e dopo due rotture in pochi giorni, il Lamone all’altezza di Traversara ha ancora l’alveo pieno di alberi tagliati, tanto che in alcuni punti non si vede neanche l’acqua e sulle golene è presenta ancora moltissimo legname. A dimostrazione che i lavori sono stati fatti in maniera quanto meno approssimativa. Oltre a questo, l’argine interno, nel tratto a valle di Traversara, presenta molti punti in cui, a seguito dell’alluvione, è sgrottato. È quindi fondamentale ripristinarlo.

In una fase come questa che è a tutti gli effetti emergenziale, è fondamentale lavorare a ciclo continuo. Già nella prima fase, dopo la prima rottura, i lavori procedevano a rilento, non certo come si sarebbe dovuto, vale a dire ininterrottamente nelle 24 ore ed oggi, che l’argine è quasi ricostruito, non si può lasciare il fiume, a valle della rottura, ingombro di tronchi e legname di ogni tipo. Alla prima pioggia tutta quella mole di legno rischierà di creare, raggiunto il ponte, uno sbarramento come a Boncellino. Ed un argine indebolito potrebbe rompersi.

Oggi non si può più aspettare, la stagione autunnale incombe e con essa le piogge.

La sicurezza del territorio deve essere garantita con una costante manutenzione e, nel momento in cui ci si è dimenticati di farla per tanti decenni, è necessario lavorare spediti per garantire che quanto avvenuto non si ripeta più.”