Durante un servizio di controllo del territorio teso a contrastare i furti in abitazione nella zona di Casola Valsenio, i carabinieri hanno arrestato un 33enne proveniente dal modenese che era ricercato da marzo di quest’anno per una condanna ad otto mesi di carcere ancora da scontare.
L’arresto risale ad alcuni giorni fa, quando una pattuglia dei carabinieri di Casola Valsenio, durante un servizio teso a contrastare i reati predatori, ha notato un’autovettura sospetta circolare a lenta andatura lungo la provinciale 306, in prossimità di alcune abitazioni ubicate alle porte del paese. I militari dell’Arma, ipotizzando che le due persone a bordo di quell’autovettura avessero cattive intenzioni, hanno intimato l’alt.
Dopo aver identificato i due soggetti appurando che si trattava di forestieri, è anche scattata una perquisizione, ma i fermati avevano al seguito soltanto alcuni utensili da lavoro: si sono giustificati dichiarando di essere operai provenienti dal modenese, che dovevano effettuare una riparazione presso una ditta della zona.
I carabinieri, però, prima di lasciarli andare, hanno pensato bene di andare a fondo della questione e tramite la centrale operativa hanno interrogato il terminale per acquisire informazioni sul conto di entrambi. Dal responso della banca dati è emerso che uno dei due, un 33enne residente a Sassuolo, oltre ad avere una sfilza di precedenti penali, era ricercato dal mese di marzo di quest’anno in quanto doveva espiare otto mesi di carcere, oltre al pagamento di una multa di 2.200 euro, a seguito di una condanna del tribunale di Modena per reati in materia di stupefacenti.
L’uomo era stato riconosciuto colpevole di un episodio avvenuto qualche anno fa a Sassuolo, quando era stato trovato in possesso di un quantitativo di droga superiore al semplice uso personale; inoltre durante il suo arresto aveva anche minacciato i carabinieri, dicendo che prima o poi gliel’avrebbe fatta pagare.
Preso atto del provvedimento di cattura pendente sul conto del 33enne, i carabinieri di Casola Valsenio lo hanno portato in caserma e poi, terminate le formalità di rito, lo hanno accompagnato in carcere a Ravenna.