Trentamila scuole di danza e altrettanti centri danza nelle palestre e/o centri sportivi con una popolazione di circa 5 milioni di utenti costituiscono il mondo scarsamente conosciuto delle scuole di danza. «Scuole escluse da ogni segmento formativo e con docenti la maggior parte dei/delle quali dotati dei requisiti necessari all’insegnamento di cui nessuno mai a livello istituzionale si è occupato» commenta Rosanna Pasi, presidente della Federazione Nazionale Associazioni Scuole di Danza «Un mondo che vive oggi una profonda crisi legata all’epidemia di Coronavirus che ha costretto a casa sia gli allievi delle scuole di danza, sia quelli delle scuole pubbliche».
La Federazione si dichiara quindi pronta con i propri insegnanti ad aiutare le scuole e le famiglie
«Gli insegnanti di danza sono pronti a mettere a disposizione il loro patrimonio di conoscenze dei bimbi e dei giovani delle scuole di ogni ordine e grado per aiutarli a ritrovare serenità ed equilibrio e in sostanza benessere, perché lavorando col corpo sanno capire i pensieri, le paure e le difficoltà dei più giovani prima e meglio di un genitore, di un docente e, oserei dire, persino di uno psicologo.
«Per questo la Federazione Nazionale Associazioni Scuole di Danza (FNASD) che presiedo e che da anni realizza sul territorio nazionale il suo progetto identificativo “leggere per…ballare”, ha predisposto il progetto “Un aiuto subito” per far uscire i giovani e i giovanissimi prima e meglio dalla crisi in cui si trovano, collaborando con i docenti, con i genitori e con gli assessori alla Cultura e alla Scuola, facendo proprie le parole del professor Patrizio Bianchi, capo della task force della ministra Azzolina, che così si è espresso: “Bisogna dare spazio ad un insegnamento più informale, valorizzando… musica e capacità espressiva”.
Pertanto, confido che gli assessori di riferimento si rendano disponibili a convocare le/gli insegnanti di danza dei loro territori, insegnanti dotati di un curriculum formativo riconoscibile, per predisporre assieme a loro un percorso didattico con attività e orari diversi per ogni ordine di scuole, definendo un disciplinare che verrà comunicato alle scuole e che ogni Comune sarà pronto a sostenere.
Voglio sperare siano numerosi gli amministratori che, in tutt’Italia, si dimostreranno pronti a destinare tempo e risorse ad un settore che fino ad oggi è stato oggetto di scarsa, scarsissima attenzione».