Due anni di pandemia, la crisi delle materie prime e la guerra nel cuore dell’Europa hanno fatto lievitare ulteriormente i costi energetici, lasciando gli speculatori internazionali liberi di gonfiare i prezzi delle materie prime.
Ora gli imprenditori turistici speravano che almeno la burocrazia mollasse la presa e concedesse loro il tempo di concentrarsi più attivamente alla cura dell’ospitalità dei turisti, ma purtroppo non sarà così.
Ai molti inghippi burocratici partoriti da chi sembra non conoscere nemmeno come è organizzata la pubblica amministrazione, lo scorso 29 aprile il Ministero dell’economia e finanza è riuscito a duplicare un onere per chi riscuote la tassa di soggiorno.
Il decreto prevede, infatti, che titolari di alberghi, attività di campeggio, B&B, R&B, appartamenti per uso turistico, mediatori, ecc.. entro il 30 giugno di ogni anno dovranno fare una dichiarazione sul modello predisposto dal MEF e pubblicato in Gazzetta Ufficiale, ma tuttora non disponibile, quest’anno sia per l’imposta incassata e già versata relativa all’anno 2020 e all’anno 2021.
Da precisare che l’omessa o l’infedele presentazione della dichiarazione da parte del responsabile comporterà l’applicazione di una sanzione amministrativa pecuniaria di una somma che andrà dal 100 al 200 per cento dell’imposta che, ribadiamo, il contribuente ha già riscosso e rendicontato al Comune per il tramite di Ravenna Entrate.
Tutto questo perché così il Mef metterà a disposizione dei Comuni che hanno istituito l’imposta i dati che gli saranno trasmessi ma che, guarda caso, saranno gli stessi che ai Comuni sono già pervenuti come ad esempio per quello di Ravenna che già prevede l’obbligo annuale di presentare a Ravenna Entrate il mod 21 tramite il portale della tassa di soggiorno.
“Gli imprenditori e tutti coloro che riscuotono la tassa di soggiorno – afferma il presidente di Federalberghi Ravenna Raffaele Calisesi – adempiono ad un obbligo di legge per cui assumono rischi e a loro spese utilizzano proprio personale. Spiace che ancora una volta il legislatore sia scivolato sull’ennesima velina di qualche burocrate. L’Italia dovrebbe essere governata in senso liberista favorendo le imprese, che sono un presidio di socialità, perché permettono ai cittadini di trovare occupazione e contribuiscono alla formazione del PIL dello Stato. Spiace inoltre che anziché agevolare le imprese le si addossino di adempimenti inutili perché il Mef potrebbe richiedere i modelli 21 direttamente agli enti comunali che gestiscono l’imposta di soggiorno.
Per questo motivo Federalberghi ha presentato un emendamento che verrà discusso in Senato il prossimo 9 giugno affinché l’obbligo di presentare una dichiarazione cumulativa annuale sia reso applicabile nei soli comuni in cui non sia previsto un obbligo di rendicontazione periodica trasmessa per via telematica come invece accade per il Comune di Ravenna.
Questo obbligo costituirebbe una duplicazione di oneri in contrasto con i principi di semplificazione vigenti.
Confidiamo – conclude Calisesi – che ci sia un ravvedimento che porti ad una sburocratizzazione di questi adempimenti inutili perché gli imprenditori, specie quelli del settore ricettivo, hanno necessità di regalare emozioni ai loro clienti per fargli amare il nostro territorio che racchiude una delle più grandi ricchezze storiche, artistiche architettoniche e naturalistiche del mondo”.