Da un primo bilancio dell’estate ravennate si capisce subito che il turismo, quantomeno quello marittimo e costiero, non è andato molto bene. L’assessore regionale Andrea Corsini, parla di costa in un contesto di forte concorrenza con conseguente penalizzazione e questo è sicuramente vero, ma questo lo è da sempre ed il forte calo del turismo (non guardiamo al recupero dell’anno scorso avvenuto dopo un bruttissimo 2016) soprattutto sui Lidi Nord è oramai un dato sotto gli occhi di tutti, poi continua indicando gli incentivi finanziari regionali per il turismo e le mancanza di iniziativa imprenditoriale ravennate. Il problema però è un altro: cosa vuole fare veramente la politica del turismo costiero e marittimo a Ravenna?
Perché non basta fare due stradelli e lanciare delle iniziative di finanziamento sporadiche e slegate qui e lì per incentivare e lanciare la crescita del settore.
Ci vuole un piano organico che parta dalle infrastrutture, dalle strade, dai collegamenti aeroportuali e portuali! (Vogliamo ricordarci della “storiaccia” della nave crociera di quest’estate?)
Un piano che dia possibilità strutturali agli imprenditori del comparto turistico (alberghiero, ristorazione, ecc..) di investire ed innovare nell’ottica di una vera vocazione marittima, sicuramente valorizzando i Lidi ed il patrimonio delle biodiversità della costa ravennate.
Ma per fare tutto questo ci vuole in primis la volontà della politica, perché altrimenti tutti gli operatori saranno sempre soli e solitari e non si potrà pretendere da loro investimenti che non potranno mai tradursi in guadagni corrispettivi, ma che invece li condanneranno a perdite sicure.