La bocciatura, in commissione parlamentare, dell’emendamento che chiedeva di innalzare a 30 mila euro il fondo per i beni mobili, a favore degli alluvionati romagnoli, ha creato notevole malumore e il successivo scontro politico. Nelle ore successive il voto, il sindaco di Ravenna Michele de Pascale ha duramente criticato la senatrice di Fratelli d’Italia Marta Farolfi, vicesindaca a Brisighella. Oggi la risposta dell’Onorevole.
“Non si sa se sia il caldo o l’euforia di essere stato scelto come candidato alla Regione Emilia-Romagna, ma De Pascale straparla e mente sapendo di mentire. Non è vero che l’emendamento per innalzare gli indennizzi ai beni mobili a 30.000,00 euro è stato presentato da tutta l’opposizione anzi, su questo argomento, l’opposizione si è divisa tanto che solo un emendamento su cinque chiedeva l’innalzamento a 30.000 euro, degli altri uno lo chiedeva fino ad un massimo di 18.000 euro e ben 3 fino ad un massimo di 12.000 euro. Così come non è vero che Anci era d’accordo. La proposta di Anci era infatti di 12.000 euro. Una bella differenza. Per ultimo, non è vero che la Struttura commissariale aveva espresso parere favorevole. Detto questo, capisco che siamo in campagna elettorale ma non è corretto creare sulla pelle degli alluvionati aspettative gonfiate ad arte. La cifra richiesta di 30.000 euro è demagogica e strumentale. Il vero intento di De Pascale e del PD non è la tutela degli alluvionati ma di distrarre l’attenzione dalle responsabilità che la Regione ha avuto in questa tragedia in cui ci sono state anche delle vittime. Anche la stima dei danni ai privati è stata gonfiata dalla Regione. Il danno reale, calcolato dalla struttura commissariale, è di 1,9 miliardi e non di 4 miliardi. D’altronde non c’è da meravigliarsi: dal giorno seguente all’alluvione la Regione non ha fatto altro che mettere i bastoni fra le ruote al fine di ritardare gli indennizzi, a cominciare dalla piattaforma Sfinge (il nome dice tutto) che non ha mai funzionato. Quanto alle risorse, le cifre indicare da De Pascale servono per la ricostruzione privata. I 210 milioni per gli indennizzi ai beni mobili sono una cifra aggiuntiva messa a disposizione dal Governo Meloni proprio per venire incontro alla popolazione alluvionata. Una misura mai attuata da nessun Governo precedente, neanche da Bonaccini per il sisma del 2012 in Emilia”.