Falde freatiche tutte con profondità medie inferiori ai 2 metri; livelli del Po a Palantone un metro sotto la media 2004-2022; e temperature tipicamente estive che, negli ultimi dieci giorni, fanno registrare fabbisogni anomali di risorsa idrica per le colture tardive: è questa la sintesi dell’Osservatorio Falde di Acqua Campus CER-ANBI, i cui campionamenti – rilevati grazie ad un sistema di rete costituito da 75 sensori di monitoraggio sull’intero territorio – sono effettuati in convenzione con Regione Emilia-Romagna ed integrati in sinergia ai dati forniti dal servizio Struttura IdroMeteoClima di ARPAE.
Escludendo il Riminese (dove sono ancora in corso, lungo l’intero reticolo di rilievo, le operazioni di ripristino dei piezometri danneggiatisi il maggio scorso) le rilevazioni per la falda freatica o ipodermica– cioè: la porzione di acqua libera contenuta nel suolo entro i 3 metri dal piano di campagna – nei territori dell’Emilia-Romagna mostrano una riduzione percentuale dei livelli, rispetto alle medie storiche 1997-2021, ormai generalizzata su tutte le zone di pianura, con l’unica eccezione costituita dalla provincia di Ravenna (+3%)che fruisce ancora, con buona probabilità, dei notevoli apporti idrici conseguenti alle precipitazioni di maggio. In tutte le altre stazioni le variazioni di livello oscillano fra un -3% (Forlì-Cesena) ed un -16% (Parma);il Ferrarese (che era ultimamente riuscito a mantenersi su livelli in linea con le medie storiche), crolla a -12%. Negativo anche il Piacentino: -15%.
In termini assoluti, le massime profondità medie si attestano tutte inferiori ai 2 metri:questo determina l’ormai certa scarsa influenza sulle radici delle colture, anche su quelle arboree. I valori più bassi si riscontrano nel Parmense, che crolla a -301 cm dal p.c., ossia con il livello di falda non più rilevabile dalla maggior parte dei piezometri delle stazioni, mentre i più elevati persistono nel Ferrarese, a -215 cm dal p.c.; nel dettaglio:
- PIACENZA |Profondità falda freatica rispetto alla media 1997-2021: -253 cm (variazione rispetto alla precedente rilevazione del 26 settembre: -15%);
- PARMA | -301 cm (-16%);
- REGGIO EMILIA | -266 cm (-13%);
- MODENA | -230 cm (-6%);
- BOLOGNA | -272 cm (-9%);
- FERRARA | -215 cm (-12%);
- RAVENNA | -233 cm (+3%);
- FORLÌ CESENA | -269 cm (-3%);
- RIMINI | N.A.
L’Osservatorio inoltre rileva come la domanda di risorsa idrica da parte delle principali colture sia ormai in progressiva e generale diminuzione per via della definitiva conclusione di una stagione irrigua che, per larga parte, ha subìto un tardivo avvio per numerose colture che, di norma, vedono già nella tarda primavera-inizio estate il loro sviluppo: ciò a causa di un Maggio e un Giugno determinati da forte instabilità climatica e precipitazioni ampiamente sopra la media. A fare eccezione soltanto le arboree tardive (in particolare l’actinidia), le foraggere e le orticole da mensa per le quali, attualmente, si segnalano fabbisogni anomali relativi all’ultima decade e derivanti dalle elevate temperature di questa prima fase della stagione autunnale.
Un quadro che potrebbe in buona parte mutare dall’inizio della prossima settimana quando, secondo i modelli previsionali del servizio Struttura IdroMeteoClima di ARPAE, il promontorio anticiclonico di tipo subtropicale che insiste sul bacino del Mediteranno centro-occidentale – la cui configurazione meteorologica è del tutto analoga a quella estiva, con le temperature massime che, tra l’8 e il 10 ottobre scorsi, hanno superato i 30°C, infrangendo così tutti i precedenti record (in pianura la media delle massime dovrebbe essere circa 21 °C, periodo 1991-2020) e con una persistenza del fenomeno del tutto inedita – dovrebbe, da sabato 14 ottobre, cedere progressivamente all’aumento della nuvolosità. Saranno dunque possibili deboli precipitazioni, dapprima sui rilievi e poi, da domenica 15, anche in pianura; giù anche le temperature, che si manterranno comunque sopra la media del periodo e la cui flessione sarà più marcata a partire da lunedì 16.
Infine, per fornire un quadro completo della situazione idro-meteo-climatica in atto, il CER riporta l’andamento dei livelli del Po presso l’impianto di sollevamento Palantone, nel territorio del Comune di Bondeno (FE) rilevando come, a seguito della prolungata scarsità di precipitazioni, le altezze siano calate significativamente con valori fino a 1 metro sotto la media 2004-2022.