Secondo appuntamento, martedì 6 febbraio alla Casa Matha alle 17.30, col ciclo di incontri dedicati all’ambiente promosso dalla Delegazione Fai di Ravenna in collaborazione con Slow Food Ravenna: il biologo Nicola Merloni proporrà una riflessione su “Gli habitat litoranei di Ortazzo e Ortazzino: un patrimonio di biodiversità da tutelare”.
Il ciclo, dedicato al tema “Ravenna dopo l’alluvione. Il tempo della conoscenza e delle responsabilità anche individuali”, si propone di aiutare a comprendere le molteplici e diversificate conseguenze dei cambiamenti climatici in atto e le esigenze di tutela delle aree di pregio ambientale.
In particolare, con riferimento alle aree di Ortazzo e Ortazzino, si tratta di una delle poche zone litoranee nord adriatiche i cui ancora si conservano gli habitat caratteristici delle dune sabbiose e delle bassure retrodunali, in un contesto generale di pressoché totale urbanizzazione. Il deterioramento e la riduzione di questi habitat causano la perdita di una biodiversità divenuta ormai molto rara, non solo localmente, e la conseguente perdita di un patrimonio di inestimabile valore, oltre che di importanti servizi ecosistemici.
Nicola Merloni, biologo, per lungo tempo docente di scienze naturali nelle scuole secondarie, è consulente della Regione Emilia-Romagna per la cartografia vegetazionale e per l’aggiornamento degli habitat Natura 2000. Partecipando negli anni a numerose ricerche di ecologia vegetale, ha pubblicato diversi studi sulla vegetazione litoranea, e collabora tuttora a ricerche ambientali in ambito nazionale ed europeo.
«Ormai non può sfuggirci – commentano Claudia Giuliani, capo delegazione FAI Ra e Barbara Monti, presidente Slow Food Ra aps – che un comportamento corretto dell’uomo verso l’ambiente che lo circonda può fare la differenza, insieme ai piani di gestione pubblica, per la salvaguardia della biodiversità. Il senso delle nostre conversazioni, che seguiranno anche nei prossimi mesi, è questo: più abbiamo consapevolezza che queste aree naturali sono beni comuni irrinunciabili, più saremo pronti, come volontari, a fare la nostra parte per preservarne l’integrità».