A Faenza, i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia CC, al termine di una complessa e articolata attività di indagine condotta tra il 2021 e il 2022, hanno eseguito un’ordinanza di applicazione della misura della custodia cautelare in carcere e degli arresti domiciliari, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Ravenna su richiesta della locale Procura della Repubblica, a carico di 3 persone, 2 condotte in carcere e una sottoposta agli arresti domiciliari, per detenzione, vendita e cessione di sostanza stupefacente in concorso.
Si tratta di una misura cautelare emessa al termine di un’attività investigativa durante la quale i Carabinieri della Compagnia Manfreda, avevano arrestato 5 persone in flagranza, poiché sorprese mentre spacciavano sostanze stupefacenti. Complessivamente, sono stati sequestrati 2 chili di cocaina, oltre a vari quantitativi di marijuana e hashish, nonché denaro contante per oltre 15.000 €, ritenuto il provento delle attività illecite, 21 sono state le persone denunciate a piede libero per il medesimo reato e numerosi i soggetti segnalati alla Prefettura di Ravenna quali assuntori.
L’attività era scaturita dal continuo monitoraggio delle piazze di spaccio faentine, in particolare una nelle adiacenze del locale ospedale civile, ove era stato inizialmente notato un continuo andirivieni di soggetti conosciuti dagli inquirenti in quanto assuntori di sostanze stupefacenti.
L’attività ha avuto inizio verso nel 2021, quando sono stati raccolti i primi riscontri che evidenziavano come il gruppo fosse organizzato e in grado di importare ingenti quantitativi di stupefacente, da rivendere in quantitativi minori sino ad arrivare allo spaccio al dettaglio in strada.
Nel corso dell’attività, un uomo, insospettabile, è stato sorpreso mentre trasportava la cocaina da rivendere sul territorio faentino e forlivese, nascondendola in un vano appositamente ricavato all’interno del proprio furgone. L’uomo, incensurato e regolarmente occupato quale artigiano edile con incarichi lavorativi in varie parti del territorio nazionale, era quindi in grado di muoversi in tutta Italia senza destare alcun sospetto, riuscendo, in alcuni di questi suoi spostamenti, a far coincidere gli impegni lavorativi con l’attività illecita.
Tutti gli indagati sono da ritenere presunti innocenti, in considerazione dell’attuale fase del procedimento, ovvero quella delle indagini preliminari, fino a un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile.