“Più che emissioni, “omissioni” odorigene. Infatti la Regione fugge e non risponde ai quattro quesiti che avevo posto con la mia interrogazione sull’impatto odorigeno e l’inquinamento ambientale prodotti dalle aziende della zona industriale che è situata alle porte di Faenza. Avevo chiesto cosa avesse fatto la Regione fino ad oggi e come intendesse applicare il decreto ministeriale (del giugno 2023) di approvazione degli Indirizzi in materia di emissioni odorigene di impianti e attività, che finalmente avrebbe dovuto consentire di riempire il vuoto normativo esistente in materia. Mi rispondono citando le Linee Guida di ARPAE che però sono di oltre 5 anni fa (maggio 2018) e che “verranno riesaminate congiuntamente con ARPAE, per valutare la necessità di adeguamenti od aggiornamenti anche attraverso atti regionali”, quindi, non è ancora stato fatto assolutamente nulla per adeguarsi al decreto ministeriale, ma si evita di dirlo esplicitamente, e non si dice neppure quando si farà qualcosa.
Avevo chiesto per quale motivo non fosse stato condotto uno studio epidemiologico sulla salute dei cittadini di Faenza, per valutare l’impatto cumulativo delle emissioni odorigene e più in generale delle emissioni in atmosfera di quel comparto industriale, mi rispondono dicendo che le emissioni odorigene sono percepite a partire già da una soglia più bassa degli inquinanti “tradizionali” e siccome sono difficili da quantificare sia nelle emissioni che negli effetti e che comunque questi effetti (non si dice su quale base si affermi ciò) sarebbero essenzialmente dovuti agli inquinanti “tradizionali” e non agli odori, allora il problema non si pone.
Avevo chiesto informazioni sugli interventi di ARPAE e i dati sull’inquinamento e sulle emissioni odorigene, ma non mi sono state date risposte complete. Per quanto riguarda le emissioni odorigene gli unici dati forniti sono derivanti da un protocollo sottoscritto da sette aziende presenti nell’area industriale e dal Comune. ARPAE ha utilizzato solo i dati forniti dalle aziende per immetterli in un modello software che forniva una valutazione e una simulazione dell’impatto odorigeno. Una analisi non autonoma e insufficiente.
Inoltre tutto è fermo al 2020 dal punto di vista conoscitivo, non c’è nessuna traccia di interventi svolti per diminuire gli impatti odorigeni. Si elencano gli interventi messi in opera dalle stesse aziende (spesso non c’è nessun intervento). Non viene manifestata nessuna volontà di acquisire i dati in via autonoma. Il Protocollo prevedeva una concertazione fra le aziende e il Comune sugli interventi di mitigazione utili al miglioramento della situazione ma, a distanza ormai di quasi 4 anni, nulla di ciò è avvenuto.
Totale solidarietà ai cittadini di Faenza che continuano a respirare con disagio nella totale indifferenza della Regione Emilia-Romagna.”
Cons. Giulia Gibertoni
Presidente Gruppo Misto
Regione Emilia-Romagna